Little River Band … e chi sono costoro? Lungi da me voler trattare come un
carneade qualsiasi un gruppo con una carriera pressoché quarantennale e una ricchissima discografia capace di vendite milionarie, ma sono quasi sicuro che non saranno moltissimi a padroneggiare nel dettaglio la parabola artistica di questi esperti
chic-rockers australiani.
Io stesso, che pure non mi considero esattamente uno “sprovveduto”, se non altro per una sostanziosa militanza dovuta a questioni squisitamente
anagrafiche, avevo un’idea piuttosto fumosa della
band in questione (conosciuta, in pratica, soltanto grazie alla fugace presenza in formazione di John Farnham, quello di ”You're the voice” …), colpevolmente mai investigata in maniera adeguata.
Poco male, vorrà dire che oltre ai suoi meriti specifici, bisognerà ascrivere a “Cuts like a diamond” anche quello di avermi stimolato ad un doveroso approfondimento, per un comportamento che mi sento eventualmente di consigliare a tutti gli amanti dell’
AOR poppettoso, soffuso, pastoso e levigato, pieno di suggestioni
rootsy e di melodie vocali stratificate figlie della
west-coast americana.
Volendo fornire qualche generica indicazione stilistica, potremmo parlare di una sorta d’intreccio tra Chicago, America, Poco e REO Speedwagon, costantemente sofisticato ed elegante e tuttavia in grado di esternare anche un’adeguata dose di vitalità, utile a scongiurare potenziali rischi di
narcosi.
Pezzi come “The lost and the lonely”, la
title-track, “You dream I’ll drive”, "Way too good” e il fascinoso clima alla CSN&Y di "Where do I run”, fanno sognare immediatamente rettilinei stradali sterminati e praterie deserte, e se a tale immaginario aggiungete un malinconico tramonto, ecco che “Forever you forever me”, "I’m an island”, la vagamente Bon Jovi-
esque "What if you’re wrong” e “Someone” (leggermente stucchevole, invero …), diventano una perfetta colonna sonora.
Assai intrigante, poi, anche l’atmosfera notturna e drammatica di “Who speaks for me”, mentre a soggiogare completamente gli animi più romantici arriva la delizia "Love is”, un gioiellino elettroacustico di notevole sensibilità.
Un gran bel lavoro di
easy listening, insomma, illuminato da classe cristallina … è proprio vero che non si finisce mai d’imparare …
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