Copertina 5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Universal
Distribuzione:Universal

Tracklist

  1. REISE, REISE
  2. MEIN TEIL
  3. DALAI LAMA
  4. KEINE LUST
  5. LOS
  6. AMERIKA
  7. MOSKAU
  8. MORGENSTERN
  9. STEIN UM STEIN
  10. OHNE DICH
  11. AMOUR

Line up

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Voto medio utenti

Il ritorno dei Rammstein è uno dei punti salienti di questo 2004 musicale, le aspettative createsi attorno alla band dopo il capolavoro “Mutter” sono enormi e a ciò contribuisce anche la “new wave of open-minding posers”, coloro che all’epoca non solo non si accorsero della grandezza di “Mutter”, ma minacciarono ogni sorta di boicottaggio, persino il famigerato lancio della bottiglietta, alla ventilata ipotesi che i Rammstein partecipassero al Gods Of Metal, il fastivalucolo italico di musichette metalliche e noto raduno di becerame nostrano. Ma nel 2004 basta dire Rammstein (o se volete potete dire uno a caso tra SOAD, Meshuggah, DEP o quello che volete) che subito si crea una sorta di onda (la new wave di cui parlavo poc’anzi) emozionale, prona e disponibile a spandere e spendere lodi in lungo e in largo, senza ritegno. Da questo punto di vista mi ha molto colpito l’esagerato over-rating che è possibile leggere in giro riguardo questo “Reise, Reise”, persino da parte di persone che, all’epoca in cui io misi il massimo dei voti a “Mutter”, volevano cassarmi la rece. È incredibile come il trendismo sia imperante e la personalità, in un campo che ne dovrebbe essere espressione come quello della critica musicale, latiti in modo così pauroso. Ovviamente io per personalità, e questo sia chiaro, non intendo i soliti frustrati, di quelli che ormai appena sentono “odore” di nome “grosso” piazzano il loro consueto “3” e nemmeno di coloro che millantano conoscenze superiori del tipo “i veri Rammstein erano quelli che ascoltavo io, quelli dei primi due album, quando facevano industrial, ora si son venduti”.
Questa premessa era doverosa, per il semplice motivo che è d’obbligo, nel clima succitato, mantenere obiettività e acume critico. Iniziamo dalla fine, questo “Reise, Reise” è un album circa mediocre. Laddove in “Mutter” la potenza e la melodia formavano un connubio indissolubile, orchestrato attraverso arrangiamenti sopraffini, in questo “Reise, Reise” le due componenti sono separate, ed è difficile trovare l’una quando c’è l’altra e viceversa, ovvero è difficile trovarle fuse in un unico micidiale sound, sono sparite le splendide orchestrazioni di “Mutter” ed il feeling oscuro qui è tutto affidato alle doti espressive di Til Lindemann, il quale pur essendo un signor cantante, non rende appieno come in precedenza, dove la verve goth a tinte elettroniche dava quel qualcosa in più alle composizioni. “Reise, Reise” parte laddove finiva il precedente disco, e a detta di alcuni si evolve. Qualcuno mi spieghi se è possibile considerare evoluzione l’insulso singolo “Amerika”, carino quanto vuoi, anti-conformista quanto vuoi, “politically un-correct” quanto vuoi, ma assolutamente banale, oppure il duetto su “Moskau” con pulzelle dalla voce simile alle T.A.T.U., sul quale stenderei un velo quasi pietoso.
Questo “Reise, Reise” sembra una parte seconda di “Mutter”, i riffoni di derivazione thrash ci sono ancora, un certo feeling marziale anche, ma era lecito aspettarsi di più, la stessa “Ohne Dich” vorrebbe rifare il verso a lenti d’assoluto spessore come “Mutter” o “Nebel”, ma fallisce miseramente pur essendo un discreto pezzo. Questo “Reise, Reise” rifà le parti, se così possiamo dire, più brutte e facilmente riproducibili di “Mutter”, in una sorta di autocitazionismo che in questo caso fa rima con harakiri, e dove tenta di innovare si perde nella banalità più scontata. Sia chiaro però che è sempre un piacere ascoltare i Rammstein e se li apprezzavate in passato non potrete certo smettere adesso, io per primo ascolto con gusto questo disco. Tuttavia questo disco ha composizioni che poche volte spiccano per le caratteristiche hanno reso la band tedesca una delle più valide, io li trovo persino molto ammorbiditi, il che non è un problema, almeno non lo sarebbe se le composizioni si elevassero dalla mediocrità. Sono poche le songs che spiccano, ancora meno quelle che hanno la capacità di ficcartisi in testa e tormentarti (“Amerika” non vale, ma per piacere…) come potevano farlo “Ich Will”, “Zwitter” o “Mein Herz Brennt”. Carine “Keine Lust”, “Dalai Lama” ed anche “Steim Um Stein”, per il resto siamo nell’ovvio e nell’ordinario, e ciò per i Rammstein è un peccato mortale.
Questa rece è svolta in una sorta di continuo paragone con “Mutter” e, se è vero che quel paragone è un macigno pesantissimo per tutti, non solo per i Rammstein, è pur vero che non se ne può fare a meno visto che “Reise, Reise” parte proprio da quel disco. Se i Rammstein avessero cambiato rotta probabilmente non avrebbero dovuto misurarsi con loro stessi, e forse ne sarebbero usciti indenni, ma purtroppo per loro il confronto è impietoso.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino
Il migliore!!

Incredibile album! tutte le canzoni sono stupende!! continuate così!! Keine lust è un grande capolavoro!!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 dic 2011 alle 18:17

mi chiedo come si faccia a dare solo 5 ad un album del genere, uno dei migliori dei Rammstein, detto da chi li segue dai primi anni...bah... per me merita come minimo un 7.

Inserito il 07 dic 2010 alle 16:42

Beh, quanto meno aggiungerei Morgenstern, Mein Teil, ma soprattutto Reise, Reise fra i pezzi ok.

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