Copertina 8

Info

Anno di uscita:2007
Durata:52 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. SQUILIBRI
  2. SILENZI RADIO
  3. CLUB ROCKSTAR
  4. THROUGH THE FIELDS OF MEMORIES
  5. FOTOGRAFIA
  6. A DREAM OF FALLING
  7. IN VOLO
  8. ECHOES OF EMOTIVE INTERFERENCES
  9. ELETTRORIVOLUZIONI
  10. NARCOLETTICA
  11. ALLUCINAZIONI
  12. THE COLUMBIA BLACK BOX
  13. ASTRONAUTI
  14. STEREOVERTIGINI
  15. AUTOUOMO
  16. EFFETTI COLLATERALI

Line up

  • Giorgio Ferrini: vocals, bass, samples
  • Andrea Viti: guitars, backing vocals
  • Andrea Marchetti: drums, backing vocals

Voto medio utenti

Prima di approfondire la recensione di questo cd, c'è da fare una piccola ma doverosa premessa/precisazione. Gli ZeroVolume c'entrano poco con il nostro genere preferito, però è sotto gli occhi di tutti che l'heavy metal ha cambiato pelle nel corso degli ultimi vent'anni, aprendosi a contaminazioni ed incontri con altri stili e correnti musicali. Così come la maggior parte dei metallari ha ampliato la propria visione dell'orizzonte, riuscendo a vedere ben oltre il proprio naso. Certo, ci sono sempre degli irriducibili cavernicoli, come ci sono tristissimi esempi di portali/riviste rinchiusi a tripla mandata nella propria cecità...però, come si suol dire, affari loro. Gli ZeroVolume, dicevamo, hanno ben poco da spartire con riffoni cattivi, velocità supersoniche, tempi dispari e growling, tanto per citare alcuni trademark del "nostro" mondo. Il trio viaggia su territori tanto cari a bands come Subsonica, Bluvertigo ( visto che la band ha scelto l'idioma nostrano per decantare le proprie liriche ) ma anche gli appassionati di Depeche Mode e dell'industrial meno pesante, meno invasivo, potranno gustare appieno la proposta dei nostri. Non amo paragonare una band ad altre, così come trovo limitante citare nomi su nomi; se viene fatto è giusto per dare una velocissima idea di quello che si andrà ad ascoltare. La loro carriera inizia ben undici anni fa, sebbene questo sia il loro primo full lenght; anni passati a far concerti, a vincere concorsi su concorsi ( i miei complimenti ragazzi!!! ), a timbrare ugualmente il cartellino con svariate uscite come demo ed extended play. Da rimarcare, prima di addentrarsi nella descrizione delle canzoni, la produzione molto buona del disco, ad opera della band stessa; il sound è cristallino, e con ampie partiture elettroniche disseminate lungo le sedici tracce, rappresenta certamente un punto di forza per il giudizio finale. Il trio parte subito forte con "Silenzi Radio", con un elettronica martellante e con una chitarra che gioca a far la voce grossa, prima dell'esplosione del chorus, davvero ben riuscito. "Club Rockstar" ha al suo interno remiscenze Litfibiane, tenendo l'elettronica in disparte e rockeggiando a palla. "Fotografia" è uno degli episodi più belli, più toccanti. La componente elettronica, fredda ed asettica, sposa alla perfezione la turbata anima elettrica, più naturale ed umana, in un idillio perfetto. Ed anche se la tristezza potrà riempire i nostri occhi, c'è comunque da ringraziare questi tre artisti, capaci di toccare in profondità le corde di chi ascolta. Un altro picco emotivo ci viene donato con "In Volo", con un bel basso in evidenza a guidare la band, mentre i testi continuano a scavare dentro di noi. Ad un certo punto, la band decide che è giunto il tempo di darci il knock out definitivo. Il trittico "Elettrorivoluzioni", "Narcolettica", "Allucinazioni", supera la perfezione, utilizzando chiavi diverse per spalancare a noi le porte di un ipotetico paradiso. Vi assicuro che, se siete amanti di queste sonorità, con queste tre canzoni raggiungerete vette di goduria altissime. Il disco si chiude con l'esplosione elettronica davvero ubriacante di "Effetti Collaterali", una degna chiusura per un disco di debutto con i fiocchi. Un debutto che è un caleidoscopio di sensazioni e colori, grazie ad un variare continuo: difatti, se la spina dorsale della band è un'elettronica di classe, la band riesce a districarsi tra pop ruffiano - non troppo, per fortuna -, rock aggressivo di facile presa e cantautorismo di qualità. Ripeto, qui di metal non c'è traccia, ma se è vero ( ed è verissimo ) che l'ascoltatore medio di heavy metal non si preclude ad altri generi, ecco che "Squilibri" troverà i giusti consensi anche in chi ascolta Iron Maiden piuttosto che Slayer. Ancora i miei più sentiti complimenti ad una band davvero promettente.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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