Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:54 min.
Etichetta:Adipocere
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. CODE WORD [ PERSONAL ] COLD WORLD
  2. ABSTRACT
  3. INFECTED TEARS
  4. INSPIRATION
  5. NAMELESS ROT
  6. SINS OF NATIONS
  7. SUGAR CUBE [ CYBER INSTRUMENTAL ]
  8. TWISTED LOGIC
  9. STRUCTURE OF EMPTINESS
  10. INTO [ MY ] XICATION
  11. ACID SIDEEFECT LOST IN DARKNESS [ CYBER INSTRUMENTAL ]

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Altro colpo messo a segno dalla Polonia con questi Atrophia Red Sun, band al terzo disco che fino all’altro ieri proponeva un sound gothic/doom e solo con questo “Twisted Logic” ha cambiato proposta. Prima di iniziare la disamina vorrei sottolineare che questo disco è del 2003, uscito per Empire Records, ed è stato solo adesso ristampato per la Adipocere Records.
È difficile descrivere il sound di questa band, si parte da un death metal molto tecnico, infettato dai germi però del cyber thrash, con un forte flavour industriale per via degli abbondanti inserti di synths e tastiere, che qui hanno una funzione portante e non sono semplici orpelli nel sound, il quale però ha anche un forte componente oscura, certamente lascito della precedente direzione della band, ma aiutata anche da una produzione che, per essendo potente, è abbastanza “claustrofobica”. A volte ricordano i nostrani Glacial Fear di “Fetish Parade”, anche se la band polacca ha la capacità di suonare moderna ma allo stesso tempo di essere dannatamente old-fashioned.
Tuttavia vengono in mente molte altre bands, ma gli Atrophia Red Sun sono bravi a non fossilizzarsi mai su un singolo aspetto, ma sanno miscelarli tutti insieme, così sarà facile trovare in una stessa song il drumming quadrato dei Fear Factory, le melodie aliene e la schizofrenia esecutiva dei Meshuggah di “Chaosphere”, le dissonanze dei Voivod, la bravura tecnica dei Cynic e via dicendo. Questo anche perché la band ama esprimersi su distanze molto lunghe, che sovente superano i cinque minuti e un paio di volte vanno addirittura oltre i sette, e quindi riesce a farci entrare di tutto in una song. Ciò se da un lato produce una sorta di sfinimento e prostrazione mentale dell’ascoltatore, costretto ad essere violentato dai magheggi della band, dall’altro dà un che di pretenzioso alla loro proposta, che può risultare prolissa e perdere di impatto. Questo è l’unico difetto della band, perché per il resto questo è un gran bel disco. Quando gli Atrophia Red Sun avranno affinato il proprio songwriting e avranno focalizzato meglio la direzione da intraprendere, ne vedremo delle belle. Il voto non è quello che vorrei, per via delle carenze citate, però vi assicuro che quest’anno ho ascoltato pochi dischi validi come questo. Chi mi ama mi segua e vada di corsa a procurarsi questo disco.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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