Chi scrive è fra quelli che hanno apprezzato
Ghosts I-IV, quindi non mi si può certo accusare di essere rimasta ai
Nine Inch Nails di
Pretty Hate Machine o
The Downward Spiral, ma a tutto c'è un limite.
The Slip del 2008 era esattamente questo: lo scivolone creativo di
Trent Reznor, entrato in una impasse di cui
Hesitation Marks è il manifesto finale. Non fatevi fregare da quelli che non hanno il coraggio di ammettere che il mastermind dei NIN ha esaurito le idee in merito alla sua creatura (e pure ai side project, se è per questo. Vogliamo parlare di quella porcheria di How To Destroy Angels?) e si sforzano nel trovare questo disco intellettuale, interessante o almeno godibile. O si stanno arrampicando sugli specchi, perché fa brutto ammettere in società certe cose, o perché gli causa troppa sofferenza... o hanno un tornaconto personale. Hesitation Marks è un cd misto di trip hop, chill out e qualcosa di leggermente più corposo, una roba da sottofondo per l'aperitivo serale in un locale trendy. Pezzi tutti uguali, dai quali ci si distrae facilmente e, quando gli si ripresta attenzione, sembrano procedere invariati. Vi direi di provare a rendervene conto con
Various Methods Of Escape ma, se mi credete sulla parola, ci guadagnate. L'unica cosa che mai si potrà contestare ai NIN è la padronanza dei suoni e delle macchine, quindi tutto è perfettamente assemblato, prodotto e arrangiato dal punto di vista tecnico e, persino in tanta pochezza artistica, le doti e l'esperienza di Reznor e Atticus Ross sono in mostra. Qualcuno di voi chiederà: "ma allora
Came Back Haunted ed il video con David Lynch?". Furbescamente il primo singolo estratto dall'album è stato il pezzo più vicino ai vecchi NIN, che è comunque sbiadito e mediocre, e la tanto pompata collaborazione con Lynch per il video è qualcosa che il regista deve aver fatto in cinque minuti, prima di passare a qualcos'altro di più importante per lui. Sui perché di questo declino si potrebbe ragionare a lungo, mi limito a considerare che sarebbe meglio che Reznor si dedicasse alle soundtracks, alle collaborazioni e a tutto quello che in questo momento pare riuscirgli meglio dei NIN, piuttosto che offuscare il nome della sua creatura con lavori indegni.
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