Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:60 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. BLOOD OF HEROES
  2. MARE OF MY NIGHT
  3. HEL HATH NO FURY
  4. THE LAY OF OUR LOVE
  5. NATION
  6. ANOTHER FALLEN BROTHER
  7. GRINDAVÍSAN
  8. INTO THE SKY
  9. FÁNAR BURTUR BRANDALJÓÐ
  10. LADY OF THE SLAIN
  11. VALKYRJA
  12. WHERE EAGLES DARE (IRON MAIDEN COVER)
  13. CEMETERY GATES (PANTERA COVER)

Line up

  • Heri Joensen: vocals, guitars
  • Terji Skibenæs: guitars
  • Gunnar H. Thomsen: bass

Voto medio utenti

A parere di chi vi scrive, i TYR sono uno dei top 10 gruppi metal degli ultimi anni, tanto per mettere in chiaro le cose nei confronti di coloro che per la prima volta ne leggono un mio giudizio o non hanno mai fatto caso a chi firmasse precedentemente le recensioni.

Sin dal primo ormai lontano "How Far to Asgaard", sebbene diversissimo per direzione musicale dai Tyr odierni, era scattata in me quella scintilla di adorazione verso la band di Heri Joensen, quella adorazione che però presenta anche l'altra faccia della medaglia, fatta di aspettative altissime ed "ansia prestazionale" che però album dopo album, cambiamento dopo cambiamento, svolta dopo svolta, è scemata data l'incredibile qualità sempre dimostrata dai Tyr, quando più epici, quando più progressivi, quando più orecchiabili.

Il solo "Ragnarok" è l'episodio che a distanza di anni sono riuscito a metabolizzare di meno, trovandolo esageratamente mastodontico e massiccio, ma si tratta di cercare il pelo nell'uovo di un lavoro comunque riuscitissimo.

I molteplici cambiamenti effettuati dai Tyr sono però terminati nel 2011, quando lo stupendo "The Lay of Thrym", a parere di chi scrive il loro episodio migliore se tralasciamo i primi due album irripetibili da chiunque, ha praticamente confermato e migliorato le caratteristiche del disco del 2009 ovvero quel "By The Light Of The Northern Star" che aveva di fatto sancito un deciso e definitivo "ammorbidimento" nel sound, avvicinandolo moltissimo in più di una occasione a momenti powerosi, sebbene mai scaduti in cori beceri e ridanciani.

Bene, per il terzo album di fila nella loro carriera, si prosegue sugli stessi binari, dato che il nuovo "Valkyrja" non fa altro che ripercorrere gli stilemi dei due episodi precedenti, stavolta però senza un ulteriore miglioramento, cosa che sarebbe stata assai ardua, visto il valore già dimostrato: diciamolo chiaramente, "Valkyrja" non è al livello dei due ultimi dischi, sebbene sciorini due o tre brani assolutamente mozzafiato e la solita classe innata esaltata dalla sempre carismatica voce di Heri, ma questo non significa certamente che si tratti di un lavoro debole o deludente.

L'iniziale "Blood of Heroes" (fantastica), l'anthemica "Mare of My Night" e "Nation" rappresentano la parte più riuscita di "Valkyrja", mentre qualche altro episodio a nome "Another Fallen Brother", "Hel Hath No Fury" ed anche la ballad "The Lay of Our Love" che vede l'ampia partecipazione di Liv Kristine Espenas risultano un po' troppo banali o semplicemente non sui picchi delle altre.

"Grindavísan" e "Fánar Burtur Brandaljo" tengono ferma la tradizione di inserire almeno un paio di brani cantati in lingua madre e nell'edizione limitata troviamo anche due particolari nonchè ottime cover, come "Where Eagles Dare" dei Maiden e "Cemetary Gates" dei Pantera, dove davvero Heri impressiona, ancora una volta, per la propria spaventosa estensione vocale.

Un album in definitiva che conferma tutta la bontà del trio faroese, che senza dubbio va a farcire una discografia composta unicamente da perle, ma che per una volta non fa gridare al miracolo e che non riesce nell'impresa, come detto praticamente impossibile, di migliorare ancora un songwriting eccelso, sebbene forse un poco immobile da troppo tempo.



Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 ott 2013 alle 12:26

Si in effetti vedo pochi commenti rispetto invece alla boiata dei soulfly. Sempre su ottimi livelli!!!

Inserito il 16 ott 2013 alle 20:40

"Un album in definitiva che conferma tutta la bontà del trio faroese, che senza dubbio va a farcire una discografia composta unicamente da perle". Amen! C'e' poco altro da dire... Forse per qesto i commenti non fioccano. I Tyr sono un grandissimo gruppo a cui manca solo una cosa: un disco brutto! In attesa di questo (speriamo non arrivi mai ;) ci godiamo Valkyrja.

Inserito il 16 ott 2013 alle 15:39

Land è immenso, invece penso che sia il meno ben accolto della loro discografia. Dagli scarsi commenti in ogni caso vedo scarso interesse...

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