Gli australiani
The Nihilistic Front ci hanno messo ben tre full-lenght per trovare un’etichetta che gli stampasse un disco, il qui presente quarto album “
Process To Annihilation”.
La britannica
Aesthetic Death (nel cui rooster sono passati tra gli altri gli
Esoteric e i
Wijlen Wij) ha scommesso su di loro, e si fa fatica a comprendere davvero come una band così non sia stata ‘scoperta’ prima, anche considerando il fatto che viene da una terra prolifica per ciò che riguarda il doom metal più estremo (
Elysian Blaze,
Solemn They Await,
Disembowelment,
Mournful Congregation,
Tempestuous Fall,
Halo, e chissà quanti altri…).
Ciò detto, per descrivere il sound del duo aussie bisogna partire dai
Disembowelment già citati, rispetto ai quali però il mood funereo è meno oppressivo, meno denso, tutto ciò al fine di lasciare degli sprazzi nei quali è possibile infilare veri e propri pattern industrial, affianco ai quali non è raro trovare derive estreme che spaziano dal drone allo sludge.
La componente industriale non è solo un espediente narrativo della band, ma un vero è proprio sostrato filosofico. D’altronde basta guardare le copertine dei dischi della band, copertine rigorosamente in bianco e nero che mostrano paesaggi urbani devastati e desolati.
Il fronte nichilista è dolore puro, è angoscia cerebrale, è il lento e secolare marcire del metallo sotto la corrosione di agenti chimici che esalano dalla terra, è il miasmo pestilenziale che risale da cave abbandonate dentro le quali chissà quali abomini ambientali si nascondono, è lo sferragliare di lamiere contorte e deformate, il clangore sordo del metallo pesante.
In genere il funeral doom tratta di argomenti esistenziali, religiosi, con tematiche oscure, gotiche, orrorifiche, in questo caso parliamo pur sempre di un funerale, ma è il funerale della civiltà del progresso, delle sue cattedrali nel deserto, delle torri di babele, fatte di acciaio e materiali compositi, che sfidano il cielo e per questo vengono punite. Concettualmente vengono in mente
Godflesh e
Halo.
La lentezza e l’oppressione sono sicuramente caratteristiche peculiari dei
The Nihilistic Front, ma se prendete la title-track scoprirete che è paradossalmente una canzone ‘cinematica’, nella quale la drum machine pompa forte e che, come potrete leggere dalle linee di testo che vi riporto, rappresenta il vero manifesto della band:
“Cities torn apart by the hands of their creators
What once stood so strong is now reduced to nothing
Wars by our own hands are a precursor to our demise
No intervention by the powers from above
Total doom for mankind”
È inutile dirvi che ritengo questa band e questo disco ai massimi livelli. Li ho scoperti qualche mese fa e me ne sono innamorato. C’è sempre bisogna di musica apocalittica perché come disse qualcuno un paio di millenni fa “
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (
Matteo 24,42), e non vogliamo mica affrontare l’Apocalisse senza una colonna sonora adatta, vero?
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