Dark Wings of Steel, nuovo album dei
Rhapsody (mi rifiuto di aggiungere quel suffisso idiota) ed il primo senza
Luca Turilli, esce per
AFM dopo che gli ultimi tre dischi sono passati tramite
SPV e
Nuclear Blast. Un bel salto.
In ogni caso, prima di passare all'analisi dell'opera in questione, è necessario fare un piccolo salto sulla pagina dei Rhapsody su Metal.it, esatto, proprio sul nostro sito. Se siete pigri, vi metto direttamente
qui il link.
Avete visto bene?
"
From Chaos to Eternity", del 2011, voto 8.
"
The Frozen Tears of Angels", dell'anno prima, 9.
"
Triumph or Agony", risalente al 2006, altro 8.
Bisogna per forza passare da questi giudizi, dati dai miei colleghi dell'epoca, per affrontare con serenità ed oggettività quello che sto per dire del nuovo disco, altrimenti si rischia di incappare in uno squilibrio ed un errore interpretativo.
Dire che un voto come 9, per il sottoscritto, viene raggiunto dalle votazioni di tutti quei tre dischi messi assieme è una forzatura, ma rende bene l'idea: da quando i Rhapsody si sono messi a comporre colonne sonore di film invece che dischi METAL, orchestrali e sinfonici quanto volete, mi sono divenuti pesanti come mangiare la peperonata alle 2 di notte prima di andare a dormire.
In special modo "
Triumph or Agony", già dopo il non esaltante ma comunque discreto "
Symphony Pt. 2", alterò di brutto il mio amore per la band di Turilli e Staropoli, troppo TROPPO infognata in composizioni adatte a qualcosa di visivo, ridondanti e cinematografiche, che avevano perso di vista il senso di "disco", semplice disco, fatto di belle canzoni, ovviamente con tutte le peculiarità dei Rhapsody, che avevano contribuito a creare il disco PERFETTO, a nome di "
Power of the Dragonflame", ancora oggi insieme all'esordio episodio immenso ed irraggiungibile non solo della loro discografia ma dell'intero movimento power italiano...e non solo.
Come detto neanche le opere successive, "
The Frozen Tears of Angels" e "
From Chaos to Eternity", erano riuscite a convincermi pur essendo meno prolisse, ma a causa di una qualità dei brani probabilmente minore rispetto a quelli del predecessore non sono mai riuscito a condividere quell'entusiasmo mostrato dai miei colleghi.
Insomma, due, tre, quattro ascolti, e poi buttati chissà dove nello scaffale.
Mi riavvicino oggi ai
Rhapsody di
Staropoli e dopo il cambio di etichetta, sperando in un cambiamento, in una voglia di rinascita, augurandomi che l'anima più tronfia sia confluita nei
Luca Turilli's Rhapsody.
Purtroppo non sono riuscito a trovare, se non in parte, le conferme nelle mie speranze e sebbene in "
Dark Wings of Steel" ci siano dei momenti che mi hanno fatto sussultare di contentezza, o di speranza, ce ne sono altri che mi hanno fatto scrollare le spalle come a dire "
no, non c'è più speranza".
Emblema di tutto questo, l'inizio del brano "
Tears of Pain", con un riff bello cattivo ed incazzato che lasciava presupporre qualche galoppata a mo' di "
Agony Is My Name": ed invece ecco subito l'ennesimo odioso tappetone di tastiere invadentissimo ed a volume doppio che seppellisce tutto, compreso il mio entusiasmo.
E ve lo dice uno che tra i brani preferiti dei Rhapsody mette "
Lamento Eroico", quindi non sono assolutamente un fan della chitarra a manetta a tutti i costi, ma tra pacchiano ed epico c'è una bella differenza.
Continuo a pensare che i Rhapsody riuscirebbero a fare ancora qualcosa di stupendo se solo riuscissero a mettere da parte questa esagerazione fatta di tastiere e cori super tronfi e trionfanti, magari dedicandosi anche a meravigliosi mid-tempos come l'assolo di tastiera e poi chitarra a metà di "
Angel of Light", basata su un semplicissimo e monotono riff ma così roccioso, così devastante, così METAL.
Prima, ahimè, di ripiombare nell'ennesimo "
parapapappapà" strombazzante. Ed il discorso si ripete, con rare eccezioni, per tutta la durata del disco, e qui bisogna riallacciarsi al discorso iniziale.
"
Minchia oh, da 8 e 9 a 5? Sono crollati, hanno fatto un disco di m***a!"
No, non sono crollati, "
Dark Wings of Steel" più o meno conferma i difetti e le bontà dei suoi predecessori, e peraltro tra le bontà voglio segnalare un Lione sempre più protagonista in positivo, solo che il sottoscritto non riesce decisamente a comprendere i giudizi di quei dischi, che sarebbero stati più o meno allineati a quello del presente se ne avesse curato all'epoca le recensioni.
Allora, dici, sei sulla sponda di Turillone col suo "Ascending to Infinity", cavolo quello ha preso 9 su Metal.it!No, nemmeno: ne rimpiango la voce di Lione, che trovo più adatta, e le atmosfere meno gioiose e più gravi dello Staropoli's side, quando le stesse non vengono annegate da ste maledette tastiere.
Alla fine della fiera, non ci sono vincitori nè vinti. Quando ho voglia (spesso) di ascoltare i
veri Rhapsody prendo i vecchi cd e metto su "
Warrior of Ice", "
Emerald Sword", "
Land of Immortals", "
Knightrider of Doom", "
Steelgods of the Last Apocalypse".
Chissà, forse dovrebbero farlo anche loro.