Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:40 min.
Etichetta:Vagrant
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE AFTER DINNER PAYBACK
  2. LILACS & LOLITA
  3. NO TRIVIA
  4. MILLIGRAM SMILE
  5. THE SECOND WRONG MAKES YOU FEEL RIGHT
  6. EVERY REASON TO
  7. AUTUMNS MONOLOGUE
  8. ALIVE OUT OF HABIT
  9. ALL I TASTE IS WHAT'S HER NAME
  10. THE FICTION WE LIVE
  11. I'M THE BEST AT RUINING MY LIFE

Line up

  • Benjamin Perri: vocals
  • Francis Mark: vocals, drums
  • Scott Gross: guitars
  • Brian Deneeve: guitars
  • Mike Pilato: bass

Voto medio utenti

Secondo disco per gli emocorers americani From Autumn To Ashes, i quali, tenendo fede al proprio moniker, il quale è sicuramente tratto da un immaginario doom/gothic, “sporcano” la loro proposta dal tiro decisamente metalcore, con frequenti inserti di fragile malinconia, la quale rappresenta una delle strutture portanti del sound della band. Il punto centrale di codesto sound è dato dall’alternarsi dei due singer, Benjamin Perri, il lato brutale del cantato, e Francis Mark (anche batterista), il lato melodico ed espressivo della proposta vocale. Il tutto è esaltato dall’ottima produzione, affidata a GGGarth.
Le songs sono tutte in bilico tra le due anime della band, e bisogna ammettere che l’alchimia di songs come “The After Dinner Payback”, “The Second Wrong Makes You Right” e “Every Reason To”, è sapiente nella sua miscela di potenza e melodia, e dà, come risultato, canzoni dalla grande forza espressiva, laddove la melensità di altre bands emocore lascia spazio a raffinati paesaggi intimi, frutto anche della profondità delle lyrics.
Tuttavia alcune canzoni, come “No Trivia” e la ballad acustica “Autumns Monologue” (cantata dalla bravissima Melanie Wills), decontestualizzate suonano sicuramente l’una come una buona song pop/rock e l’altra come il parto acustico di una Kari Rueslatten ultima maniera.
Molti dissentiranno visto che questo disco, con la sua massiccia dose di melodia, potrebbe risultare in alcuni punti debole, ma a cosa serve pigiare sul pedale della velocità e della violenza quando sussurrando le parole, trasportate da un vento di fragile malinconia, si colpisce molto più a fondo e con molta più immane forza?
Un disco molto valido, da scoprire poco a poco, un bagno di melanconia, lo spleen ideale per queste autunnali serate fatte di uggia e atmosfere soffuse, per cullare e obliare l’animo tempestoso.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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