I
Glorior Belli sono francesi e questo è già il loro quinto lavoro, sebbene fuori dalla patria siano rimasti finora praticamente sconosciuti.
E le voci sul quartetto transalpino risultano piuttosto fuorvianti, visto che vengono definiti come una “cajun black metal” band.
Ascoltandoli, è facile notare come la matrice black sia limitata all’aspetto vocale o a qualche passaggio in stile “nordico”, ma poca roba davvero. La vera influenza risulta invece quella dell’heavy rock pesante tipo Down, Tombstones, Swolk e simili. Riff granitici, miasmi paludosi, ritmiche sludgy, i brani hanno la consistenza del cemento e l’atmosfera è quella del southern più torvo ed ostile.
Non sempre la commistione tra ribellione sudista e furia metallica funziona in maniera perfetta, però il quartetto bada al sodo e soprattutto cerca di variare un poco la proposta. Accanto alle tracce compatte e muscolari, vedi “Blackpowder roars” o la notevole “A hoax, a croc!”, ci sono episodi con matrici bluesy, “Le blackout blues” e “Blackwoods bajou”, ovviamente risolte con alta gradazione metallica ma pur sempre un tentativo di ampliare lo spettro sonoro.
La title-track, posta in chiusura, sintetizza benissimo la dimensione di questa band: una cavalcata heavy rock massiccia tinta di feeling sudista, accompagnata da voce vagamente “blacky”. Non travolgente, ma onesta.
E alla fine è questa l’impressione che lasciano i Glorior Belli: formazione dignitosa, ma certamente non indispensabile.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?