Progetto solista del polistrumentista sloveno
Igor Shimon, personaggio che si presenta avvolto di un certo mistero. Note biografiche quasi inesistenti, foto in controluce, atmosfera occulta e sinistra.
E la sua proposta segue la medesima impostazione: drone-doom sfibrante e tenebroso, lento e circolare, ipnotico, corredato da campionamenti vocali orrorifici che elevano la sensazione di straniamento cimiteriale. Il problema è che le sei tracce si dipanano tutte col medesimo canovaccio: andamento lumachesco, toni ultra-ribassati, fissità strutturale, growl abissali. In pratica il lavoro pare una sola, lunga ed estenuante suite di funeral doom.
Seppur evidente l’intenzione del musicista di condurre l’ascoltatore in un mantra di oscura malignità, il risultato è abbastanza tedioso. A meno di non essere un vero cultore di questo tipo di soluzioni estreme.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?