E' sempre difficile valutare il lavoro in studio di un gruppo dopo averli visti dal vivo, soprattutto se il gruppo in questione in sede live ha offerto una prestazione impressionante, annichilendo pressoché chiunque io abbia mai visto on stage. I
Five Finger Death Punch, nel loro concerto di supporto agli Avenged Sevenfold, così hanno fatto e quindi dare un giudizio sul loro ultimo lavoro diventa cosa complicatuccia.
E la parte difficile è evitare di farsi influenzare troppo, giudicando più il gruppo piuttosto che il disco. Per toglierci il pensiero, fatemi subito dire che a mio modo di vedere i Five Finger Death Punch sono una delle band più musicalmente devastanti che mi sia mai capitato di ascoltare, una di quelle che sprigionano in ogni pezzo un'energia incredibile. Tutto ciò dovuto ad un impianto strumentale grandioso, dove ognuno riversa una carica assurda, il tutto unito da un vocalist,
Ivan Moody, sempre sugli scudi e grintoso, padrone di una voce potentissima e altamente versatile.
Detto questo e detto che il sophomore album "War is the Answer" è dal sottoscritto considerato l'apice artistico della loro carriera, questo nuovo "
The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, Volume 2", seconda parte di un progetto ad uscita semestrale, è un album che si mantiene su standard altissimi, consegnandoci una band assurdamente in forma, che si muove certo su binari ben assodati e "sicuri", ma non per questo tende ad annoiare o a puzzare di già sentito.
Qualche insipido filler c'è, va detto, come "
Matter of Time" nonostante l'interessante intermezzo panteroso o la grintosa ma priva di mordente "
My Heart Lied", ma il resto è un monolito di potenza sbattuto in faccia all'ascoltatore: si parte fortissimo con la doppietta "
Here to Die" e "
Wrecking Ball" (nomen omen), inframezzate dalla più tranquilla "
Weight Beneath My Sin", che riportano nei toni al già citato "War is the Answer", salvo continuare con la ballad "
Battle Born", scelta tra l'altro come singolo apripista del disco, ma soprattutto con la terrificante "
Cradle to the Grave", che presenta un ritornello pazzesco, impossibile da non cantare.
Dopo l'intermezzo musicale di "
The Agony of Regret" troviamo la bellissima "
Cold", dall'inizio strappalacrime al continuo più roccioso, che lascia immediatamente spazio alla devastante "
Let This Go", prima delle conclusive "My Heart Lied" e "
A Day in My Life", l'una già citata come filler, l'altra che la segue a ruota nella sua sufficienza stiracchiata. Per fortuna nel finale arriva la riuscitissima cover di "
House of the Rising Sun", dove i 5FDP mi hanno ricordato in maniera assolutamente positiva i danesi Volbeat, un po' per colpa del tema spaghetti-western del brano e un po' per l'uso della voce da parte di Moody, così simile a quello del bravissimo Michael Poulsen.
Insomma "
The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, Volume 2" è un album che segna un ulteriore punto a favore della band americana, che si dimostra una delle più interessanti e intriganti del panorama metal mondiale, specialmente dal vivo. Compratelo e non ve ne pentirete, andate a vederli il 16 Marzo all'Alcatraz (io ovviamente ci sarò) e ve ne innamorerete.
Quoth the Raven, Nevermore..