Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:El Puerto Records

Tracklist

  1. CROWDPIERCER
  2. WALK WITH ME THROUGH FIRE
  3. ACT/LIVE/RESOLVE
  4. THE CROSSING
  5. VOYAGE IN SUFFERING
  6. BLACK ELATION
  7. AS THOUGH THE DEAD ARE HERE
  8. A HINT OF SOLACE

Line up

  • Bastian Rose: vocals, keyboards
  • Philipp Schönle: guitar
  • Ben Galster: guitar, screams
  • Andreas Armbruster: bass
  • Ralf Nopper: drums

Voto medio utenti

Il quarto album dei Vanish (che tratto con un po’ di ritardo … sorry …) mi consente di sottolineare come essere coerenti non voglia dire necessariamente “fossilizzarsi” nelle proprie convinzioni.
I tedeschi, fieri sostenitori del power-prog, in “A hint of solace” accentuano la componente “fisica” della loro proposta (addirittura affiorano sporadiche porzioni cantate in scream, affidate al chitarrista Ben Galster) e al tempo stesso migliorano quella melodrammatica, dando l’impressione di aver così trovato una “chiave” espressiva più incisiva e coinvolgente.
Una certa crescita a livello compositivo e la produzione esplosiva, molto adatta al genere, sono altri due aspetti da tenere in prioritaria considerazione nell’analisi di un disco che pur senza eccellere in fantasia riesce a “mescolare bene le carte” anche grazie alle elevate doti tecniche del gruppo, con in testa la voce stentorea di Bastian Rose, che piacerà sicuramente a chi apprezza campioni della fonazione modulata del calibro di Russell Allen e Zachary Stevens.
Accade così che brani tutto sommato entro i tipici canoni stilistici della band acquisiscano un impulso supplementare, come accade nell’opener "Crowdpiercer" e nel clima “gotico” di "Act/live/resolve”, o che sia la palese aggiunta di sfumature thrash, vedasi "Voyage in suffering" e la furente “Black elation”, a fornire un boost alla prova del quintetto teutonico.
Altrove, momenti di discreto valore ("Walk with we through fire") si alternano a passaggi sonori maggiormente manieristici (la ballata “The crossing”), mentre affidiamo la lunga e articolata “As though the dead are here” ai sostenitori del power-prog più evocativo (qualcosa tra Dream Theater, Savatage e Evergrey), che sono sicuro ne ammireranno l’impeccabilità formale, rilevando al contempo una tensione emotiva non esattamente “attanagliante”.
Inossidabili senza “fondamentalismi”, i Vanish con “A hint of solace” sembrano aver conseguito una dimensione artistica in grado di non accontentare soltanto gli irriducibili e bulimici fanatici del genere … non rimane che attendere i loro prossimi passi musicali per ulteriori valutazioni in merito.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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