Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:18 min.
Etichetta:Memorial Records

Tracklist

  1. TIME NO COMING BACK
  2. LONG SLOW DANCE
  3. Y.O.L.O.
  4. CRASHING INTO THE VOID
  5. LAST DAYS

Line up

  • Michele Canu: vocals
  • Matteo Lombardo: guitars
  • Riccardo Bevitori: guitar
  • Luca Moro: bass
  • Nicola Salis: session drummer

Voto medio utenti

Nati una decina di anni fa, i sardi Arhythmia dopo il buon full length "Awake" del 2011 tornano con un energicissimo EP, forti di un tour con i Biohazard che ha evidentemente portato degli ottimi frutti, concretizzatisi nella produzione direttamente ad opera di Billy Graziadei: non è quindi uno scandalo, nè una colpa, l'associare la musica degli Arhythmia a proprio a quella dei Biohazard, anzi quando l'operazione è resa così bene ed i pezzi funzionano sin dal primo ascolto, grazie ad un impatto non indifferente e bei cori "urbani", quelli che han fatto la fortuna di dischi immortali come "Urban Discipline" o "State of the World Address", non si può che lodare EP come questo "Time No Coming Back", che peraltro gode di un suono davvero convincente che si intuisce sin dal primo riff, scartavetrandoci le orecchie dopo i brevi secondi iniziali di intro.

Intro che peraltro sembra presentarci gli Anthrax di qualche anno fa, con Bush alla voce che giocava a fare il cattivo, tipo "Stomp442" o "Volume 8", ma dopo qualche secondo ecco i cori, ecco lo scream di Michele, ecco la forza prorompente degli Arhythmia, gran tiro e gran pezzo. L'EP segue questi binari, a volte deragliando in qualcosa di molto simile a territori death metal a-là-Sepultura di Chaos AD, ma sempre ben saldo su un hardcore piazzatissimo sul quale fanno leva questi famosi "cori" e dei ritornelli incazzati e fomentosi, come quelli di "Long Slow Dance" o "Yolo", in cui fa presenza anche Jahred degli Hed Pe.
L'uso dell'elettronica finale è solo un altro modo, riuscito, della variegata modalità di espressione che possono vantare gli Arhythmia, autori di un EP incredibilmente valido e convincente, mai banale o sputtanato.

Intanto ce li godiamo così, se poi la prossima prova sulla lunga distanza sarà altrettanto valida avremo l'ennesima band italiana che è stata sfortunata a non nascere a Los Angeles.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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