Copertina 6,5

Info

Demo
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:18 min.

Tracklist

  1. ARTI MANTHANO
  2. TIMELESS
  3. ALL IN ALL

Line up

  • Mich Crown: vocals
  • Minus Karma: guitars
  • Lucas Blacksmith: bass
  • Cyrion Faith: keyboards
  • Lemur Mask: drums

Voto medio utenti

Manach Seherath, cioè, secondo il gruppo, “attingere alla sorgente”, in un’antica lingua morta… Al di là della veridicità della traduzione, mi è piaciuto questo aspetto della band partenopea. Mi è piaciuta la volontà di non standardizzarsi sotto nessun aspetto, e di cercare un’identità più particolare, per distanziarsi dalla miriade di band fotocopia esistenti oggi nella nostra scena. Quindi, dal punto di vista concettuale/grafico e dei testi il lavoro svolto è decisamente interessante. Dal punto di vista musicale, inoltre, è apprezzabile il tentativo dei nostri di non rinchiudersi in un unico genere, cercando di mescolare al meglio l’epic metal con spunti sinfonici e qualche partitura più oscura, non esageratamente doom, ma sicuramente meno ariosa di quanto ci si possa aspettare da una band sinfonica. Purtroppo, però, nonostante gli sforzi, non tutto è filato per il verso giusto. Le basi per sviluppare al meglio la proposta ci sono tutte, e sono sicuro che col tempo il quintetto riuscirà a trovare la sua strada. Ora, però, qualche incertezza qua e là c’è eccome, a partire dagli assoli di chitarra, troppo elementari nel loro voler essere a tutti i costi neoclassici, per finire alle linee vocali, un po’ monotone sia nelle melodie stesse che nel timbro di voce di Mich Crown. Tutti peccati veniali, sia chiaro, che segnalo più come stimolo per la band che per evidenziare difetti, in quanto tutto sommato i tre brani presenti in questo demo sono già abbastanza validi, e si fanno ascoltare nonostante la loro durata media si assesti sui sei minuti. Anche su questo aspetto qualche piccola limatura non farebbe male, in quanto a volte si ha l’impressione di una certa ripetitività dei riff, salvo poi cambiare totalmente atmosfera, in maniera però un po’ raffazzonata, come se lo si stesse facendo soltanto per allungare il brodo, in quanto le varie parti non legano perfettamente tra di loro. In definitiva, in questo demo omonimo ci sono ottimi spunti ma è ancora evidente quanto la band sia acerba. Di lavoro da fare ce n’è eccome, ma, come già accennato prima, sono fiducioso nelle capacità dei Manach Seherath, e li sprono a cercare di fare di meglio in futuro (a quanto pare nei loro progetti c’è addirittura una trilogia), perché ne hanno le capacità. Di conseguenza, il voto basso è assolutamente di incoraggiamento…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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