Gli
Airborn si sono fatti notare sin dai loro esordi per uno stretto legame con il roccioso Metal teutonico, un'ispirazione sicuramente rafforzata dalla loro collaborazione, che si è perpetuata sino ad oggi, con Piet Sielck.
Anche l'etichetta per la quale esce il nuovo "Dark Future Rising" arriva dalla Germania, ed è nuovamente quella Remedy Records che spesso aveva intrecciato la propria strada con la formazione sabauda.
Niente da stupirsi quindi se le note dell'opener "They Arise" vengono subito plasmate dalle letali emissioni dei
raggi gamma, ma già la successiva "Mess We're In" si segnala per un azzeccato tocco melodico e un gran bel refrain, con in grande spolvero il cantante Alessio Perardi che si trova a proprio agio anche con il bel tiro rockeggiante di "Reign of the Human Race" e nelle trame della ben strutturata "Nitehawk", peraltro uno degli episodi più rappresentativi del disco, come in quelle dell'affilata e sinuosa "King of Fear" o della cadenzata "Dark Future".
Già a metà dell'album si percepisce che le influenze teutoniche (comunque sempre presenti: come nel caso di "Sword of Justice" o "Solar Messiah") possono scivolare in secondo piano in favore di un approccio che si è fatto decisamente personale, ma soprattutto più fresco e interessante di quanto ascoltato sulle ultime uscite di alcune
cariatidi del genere, fin troppo infarcite di citazioni, se non addirittura autocitazioni.
L'album procede poi con l'incedere massiccio di "Forces of Nature" e quello cupo e
thrashy di "Wild and Free", due brani che possono ricordare le soluzioni adottate dagli ultimi Mesmerize, mentre su "Jack of All Trades", "Bonecrusher", "Resurrection" e "Metal Nation" si riprende a correre nel più classico
Power Metal style.
Con gli Airborn che si confermano abili nel saper spingere sull'acceleratore e poi riuscire a svariare sul tema con un gusto melodico non indifferente, anche garanzia dell'impatto live, e a sorpresa i risultati maggiori li colgono proprio nella conclusiva (e stranamente designata come bonus track) "Things of the Past", una power-ballad largamente acustica (con tanto di violino), intensa e ricca di pathos.
Things to the future... Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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