La raccolta "In the Beginning..." aveva avuto il grande merito di recuperare il vecchio materiale degli inglesi
Salem, formatisi e attivi già nella prima metà degli eighties, e solo recentemente tornati in azione.
Un
comeback che li porta finalmente al traguardo del loro album d'esordio, "Forgotten Dreams", realizzato per la Pure Rock Records, un lavoro in grado di mantenere fede a tutte le aspettative, soprattutto nella sua prima metà dato che in seguito perde un po' di intensità.
Grazie alla sua titletrack, "Forgotten Dreams" parte subito
in quarta e mette in evidenza tanto lo stato di forma quanto la convinzione del gruppo, ben sorretto a livello ritmico e con una eccellente prestazione del cantante, Simon Saxby, che affronta con energia e classe la seguente "High Stakes", che marcata a fuoco dal guitarwork di Paul Macnamara e Mark Allison affonda i denti addirittura nei Seventies.
Se l'energica "When Love Is in Your Heart" suona come un brano che avrebbero potuto fare i Saxon, "This Heart Is Mine" si rivela invece una ballad non particolarmente coinvolgente che viene surclassato da un altro brano spiccatamente settantiano e di classe quale "Kazakafnu". A questo punto i Salem sentono nuovamente scoccare l'ora della N.W.O.B.H.M. che omaggiano prima con "The Answer" e poi con l'unico pezzo recuperato dal loro più lontano passato: una nuova versione di "Reach to Eternity". Peccato che l'acustica "The Best Is Yet to Come" finisca per smorzare la tensione, e se pur qualche sussulto viene garantito da una "X-Rated" in odor di Rainbow, e dalle pulsazioni Hard Rock di "Break the Chains" e di "Ask the Lonely", ritroviamo i migliori Salem all'altezza dei sussulti e dei chiaroscuri della conclusiva "Aftershock", uno dei momenti più significativi del disco.
"Forgotten Dreams" è un album che suona onesto e fresco, molto più di alcune uscite da parte delle nuove leve che fanno parte della R.W.O.H.M.
Ovvio: originals... do it better!
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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