Copertina 9

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2014
Durata:59 min.
Etichetta:Steamhammer

Tracklist

  1. UNION OF THE STRONG
  2. KNIGHTS OF TARAGON
  3. HEART OF A WARRIOR
  4. COME ON HOME
  5. BEYOND
  6. AMONG THE SHADOWS
  7. EDGE OF THE OCEAN
  8. JOURNEY INTO WONDERLAND
  9. RHYTM OF LIGHT
  10. DANCE OFF THE DEVIL
  11. PALADIN
  12. FOLLOW YOUR HEART
  13. COLOURS OF FREEDOM
  14. BEYOND ETERNITY

Line up

  • Chris Bay: vocals, guitars
  • Lars Rettkowitz: guitars
  • Ilker Ersin: bass
  • Ramy Ali: drums

Voto medio utenti

"Raise your hands, hail for everyone!"


Ho visto per la prima volta live i Freedom Call senza praticamente conoscerli, se non di nome, il 16 Febbraio 2010 a Milano, nel tour di spalla ai Gamma Ray. Performance sottotono, nessun particolare sussulto..ma perchè sono così famosi allora? Mi bastò recuperare la tripletta d'inizio carriera per rendermene conto, tre album splendidi e veri e propri inni all'happy/power metal, che mi fecero rivalutare in un attimo una band che, in tutta onestà, non mi aveva colpito.
Poi arriva l'occasione di intervistare Chris Bay e Lars Rettkowitz, nel tour di spalla ai Rhapsody del 2012: personaggi genuini, persone magnifiche e dalle quali traspare il piacere di fare musica e di cazzeggiare in allegria. Il concerto successivo, grazie soprattutto ai successi dei primi album, conferma questa sensazione. A questo punto mi sorge un legittimo dubbio: gli ultimi quattro album del gruppo non sono minimamente all'altezza..dove sono finiti quindi i Freedom Call? Hanno ancora la possibilità di uscire dal torpore della seconda tripletta discografica?

Una premessa doverosa, per permettervi di capire quanto importante sia per il sottoscritto "Beyond", ottavo album della band teutonica.
E "Beyond" risponde a pieni polmoni alle due domande sopracitate con "Qui!" e "Si, cazzo!", rivelandosi come uno degli album migliori (il migliore?) della discografia dei Freedom Call, grazie ad una freschezza e ad una genuinità che sembravano ormai perse nell'infimo del tempo.
Sarà il ritorno al basso dell'ottimo Ilker Ersin, sarà il cambio dietro alle pelli con Ramy Ali che prende il posto di Klaus Sperling, sarà che la bravissima Anne Maertens si prende uno spazio importante al violino, donando un pizzico di atmosfera folk a diversi brani (uno su tutti la danzereccia "Dance Off the Devil"), sarà che Chris Bay si è reso conto che tutto stava andando allo scatafascio..fatto sta che i bavaresi sono riusciti a tirare fuori dal cilindro un trucco che non gli riusciva da anni. E non solo a loro, quanto a tutti i gruppi che si cimentano in questo tipo di power metal, Helloween e Edguy su tutti.
"Beyond" è un inno all'happy metal più puro e ogni pezzo all'interno del disco è un singolo potenziale, ogni traccia è un manifesto della voglia dei Freedom Call di ritornare la dove si erano fermati con "Eternity", ogni nota spinge ad alzarsi e ballare, scapocciare, urlare a squarciagola. E' felicità, gioia, spensieratezza ma anche riflessione e epicità e, se un album riesce a creare queste sensazioni per 60 minuti filati, vuol dire che è pienamente riuscito nel suo intento, trasmettere un'emozione.
All killer, no filler. Potrei davvero citarvi ogni brano come un brano potenzialmente perfetto, ma mi limiterò a consigliarvi l'ascolto di due tracce che, a mio parere, ben descrivono entrambe le anime di questo meraviglioso disco. La prima è la title-track, "Beyond", che nel suo essere happy racchiude un'anima vagamente più oscura, riflessiva, epica e magniloquente, figlia di un power metal che vuole essere più maturo, ma non per questo borioso o banale. La seconda è senza dubbio "Come On Home", un CAPOLAVORO da cima a fondo, un brano che potrebbe tranquillamente candidarsi ad essere epitome dell'intero manifesto happy metal mondiale, vero compendio di tutto ciò che un genere così cazzone e scanzonato può offrire. Se non vi scappa un sorriso ascoltando un brano del genere, avete perso la capacità di sognare.

E a proposito di sognare, un album come "Beyond" lo sognavo ormai da anni: ci avevo rinunciato con gli Helloween, me lo aspettavo dagli Edguy, me l'hanno regalato i Freedom Call. Grazie Chris, grazie Lars, grazie Ilker, grazie Ramy. Grazie per avermi donato una perla di rara bellezza, 60 minuti di gioia che posso prolungare per giorni interi. E ora piantatela di fare i lamentoni del cazzo, di dire che il power di una volta non esiste più e correte a comprare questo disco meraviglioso.

Quoth the Raven, Nevermore..

Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini
Gran lavoro dei Freedom Call!

Concordo in tutto e per tutto con Gandy! "Come on Home" è quella canzone che coloro che son stati delusi dal power degli ultimi periodi (come il sottoscritto) apprezzeranno; un capolavoro che sembra venire dai migliori tempi degli Helloween! Speriamo che il gruppo non si smentisca coi prossimi dischi!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 mar 2014 alle 15:15

Terminato l'ascolto prolungato dei primi tre album (faccio mea culpa per la lacuna), pare anche a me che in quest'ultimo si siano leggermente "cristinadavenizzati": ciò non toglie tuttavia la qualità di questo ultimo lavoro, benché inferiore ai primi album ed in particolare ad "Eternity", a mio parere il più valido.

Inserito il 14 mar 2014 alle 11:46

Disco formidabile per quanto mi riguarda, i Freedom Call sono tornati! Due unici appunti per la recensione: in realtà Beyond non è il loro settimo disco ma l'ottavo e ci si dimentica purtroppo del sottovautato Legend Of The Shadowking, in realtà bellissimo.

Inserito il 13 mar 2014 alle 14:55

Esordio dei Gamma Ray: Heaven Can Wait, Money, Hold Your Ground, Free Time (tutti pezzi serissimi!!!) Keeper 1: Little Time, Twilight Of The Gods, Future World (altri pezzi serissimi e muscolari!!) Keeper 2: Eagle Fly Free(con tanto di trombette), Rise And Fall, Dr. Stein, March Of Time, I Want Out (questi tutti pezzi quasi doom!!!) Non so di cosa stiamo parlando!! Senza queste canzoni i Freedom Call non sarebbero mai esistiti, loro non fanno altro che amplificare o se preferite caricaturizzare il tutto. Poi permettetemi di tornare sul discorso di Andrea in recensione, un brano come la title track è la summa di tutto ciò che è magia e sogno e ti permette per 7 minuti di evadere e stare in un mondo che ci mantiene legati alla fantasia che non dobbiamo mai abbandonare per trovare le energie giuste per affrontare la realtà. Scusate il pistolotto filosofico, ma erano cose che mi andava di dire :) Non per cercare la polemica a tutti i costi, ma i pezzi da te citati (a parte forse Twilight of the Gods, che infatti proprio non sopporto) non hanno dei ritornelli così zuccherosi. Queste tracce hanno sì tematiche divertite (a parte A Little Time, March of Time e anche I want out), ma non per questo sembrano pronte per essere cantate da Cristina D'Avena, che pare prossima ad unirsi al prossimo tour dei Freedom Call. Volevo solo dire che un certo modo di suonare metal,"allegro", l'hanno inventato gli Helloween e poi continuato dai Gamma Ray. I Freedom Call prendono chiaramente ispirazione da ciò,"estremizzando allegramente" il tutto. Ovviamente questo può non piacere a tutti quelli che dal metal si aspettano anche e soprattutto oscurità. Credo che comunque la qualità del disco sia sotto gli occhi di tutti, stanno ricevendo consensi ultra positivi un pò da ogni parte (anche in Italia e questo dovrebbe far riflettere). Comunque Pasko, ti leggo sempre volentieri nei tuoi post, e questa diversità di opinioni non cambia nulla di una virgola.

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