Chi conosce gli
Acrimony, band doom/stoner inglese, sicuramente avrà sentito parlare dei
Sigiriya. Il legame fra queste due band è embrionale, visto che una nasce dalle ceneri dell'altra. Gli
Acrimony, formatisi nel 1991 nel Galles, sono considerati i pionieri dello stoner nel Regno Unito e conseguentemente uno dei gruppi più importanti all'interno del suddetto genere. L'attività della band si è snodata in dieci anni di carriera condita da nove uscite discografiche fra full-lenght, EP, singoli ed apparizioni in varie compilation. La musica degli
Acrimony si esprimeva richiamando diversi capisaldi della tradizione rock-metal britannico-statunitense, come Black Sabbath, Hawkwind, Blue Cheer e soprattutto Kyuss. Dopo lo scioglimento del gruppo nel 2001 i membri si sono dedicati a diversi progetti, fino al 2009 quando
Dorian Walters (voce),
Darren Ivey (batteria) e
Stu O’Hara (chitarra) si riuniscono sotto il nome di
Sigiriya, aggiungendo alla formazione
Paul "Mead" Bidmead (basso). Il risultato è stato Return to Earth (2011).
Il monicker della band deriva da un sito archeologico patrimonio dell'umanità nello Sri Lanka, risalente al 500 c.ca d.C. Si tratta di un luogo roccioso, formatosi dalla placca magmatica di un antico vulcano, situato in un punto elevato che domina visivamente le pianure circostanti. Proprio questa antica fortezza, circondata da mura e fossati, che crea estasi visiva nel visitatore, i
Sigiriya hanno voluto trasportare nella loro musica. Uno stile pesante e psichedelico, intenso e sporco allo stesso tempo è ciò che caratterizza il suono della band gallese.
Darkness Died Today è composto da otto tracce che oscillano sempre fra il doom e lo stoner, richiamando echi di un metal passato e indubbiamente legato agli
Acrimony. Da segnalare il cambio di vocalist con l'entrata di
Matt ‘Pipes’ Williams. L'opening track
Dragging the Bones apre il disco con un riff fragoroso e possente che introduce un pezzo strettamente incatenato a quel stoner rock-metal degli anni '90, si citino per esempio i Monster Magnet. Il sound portato dalle corde vocali di
Williams è a mio avviso fondamentale per l'impatto del disco.
Darkness Died Today parte molto bene, con energia e con un bel chorus che prende il metallaro già dai primi ascolti. Dopo una prima canzone così coinvolgente si passa
Guided by Mountains, pezzo che ci porta ancor più in ambiente doom/stoner, dove
Williams canta in maniera ancor più profonda ed anche il lavoro compiuto da
Stu O’Hara è da sottolineare. La seguente
Return to Earth inizia con un riff lento e dal suono profondo che apre la strada ad una canzone pesante dal tono epico e trionfante che cresce man mano avanza.
Gospeeder può essere invece classificata come una pura stoner song, con un suono sempre aspro e ruvido, tipico del genere.
Tribe of the Old Oak è anch'essa una track doom/stoner, uno dei pezzi migliori dell'album. Pesante e concisa porta l'ascoltatore in quel deserto arido, dove ti si riempiono la bocca e i polmoni di sabbia, proprio in quel luogo in cui i
Sigiriya vogliono accompagnare. La successiva
Obelisk è una canzone con un ritmo più sostenuto rispetto alla precedente, dove per una volta i musicisti primeggiano sulla sezione vocale; il sound del
Sabba Nero è ampiamente percepibile lungo il pezzo.
Freedom Engines continua a scuotere il cervello di colui che ascolta in maniera martellante.
Sleeping with the Dogs è una potente cavalcata di sette minuti nella quale i
Sigiriya si esprimono picchiando sempre più forte, trascinando l'ascoltatore in un vortice di metallo pesante che man mano si dissolve in un finale più tranquillo e la distorsione sfuma, lasciando il posto al silenzio.
Che dire alla fine di
Darkness Died Today, la sensazione che lascia è come quella di un viaggio sconfusionato in una valle desolata, dove si intravede solamente una roccia,
Sigiriya.