I
Teramaze crescono, album dopo album. A due anni di distanza dall'ottimo "
Anhedonia", il qui presente "
Esoteric Symbolism" sposta un pelo più in alto l'asticella, dando al combo australiano l'opportunità di mostrare ancor di più di che è pasta è fatta la loro particolare miscela sonora.
Per chi non li conoscesse, immaginate i Dream Theater al netto delle "
sborate" vistuosistiche, con una malinconia di fondo che mi ricorda gli Evergrey ed una struttura canzone complicata, pesante, sofferta e potente, che a volte me li avvicina al "
-core", suffisso che personalmente detesto ma che qui sembra declinato in modo da sposarsi perfettamente con il robustissimo prog-metal che sorregge il tutto.
Prog-core? Suona brutto, vero? Infatti, c'è molto di più.
Sin dalla bellissima intro "
All seeing Eye", i Teramaze mescolano sapientemente un riffing intenso e possente a linee vocali sofferte e melodiche. La doppietta iniziale "
Line of Symmetry/
Transhumanist" dà perfettamente l'idea della cifra stilistica di questo magniloquente album, lasciando alla successiva "
Bodies of Betrayal" il compito di smorzare lievemente l'atmosfera, seppur caricando di pathos la meravigliosa linea vocale di
Brett Rerekura, qui ancor più bravo e versatile del solito.
Il mood è una continua altalena tra momenti più rocciosi e pennellate di malinconia; potrebbe essere, consentitemi l'azzardatissimo paragone, la perfetta colonna sonora della corsa che porta Actarus a saltare nella botola e percorrere il tragitto che lo condurrà nel Goldrake: il dubbio esistenziale di un uomo da tutti considerato un eroe, ma che sente il peso del suo essere alieno, la responsabilità di un'umanità sulle spalle, la voglia di combattere e allo stesso tempo il dubbio se davvero combattere sia la soluzione. Potenza, insomma, ma velata di una
Sehnsucht tutta romantica.
Questo, e molto altro, si snoda nei 78 minuti e le 13 bellissime tracce di "
Esoteric Symbolism", un album che merita di essere ascoltato più e più volte, che non stanca, che affascina ma che chiede il pegno di un orecchio attento, voglioso, mai frettoloso. Per il sottoscritto, un album di rara bellezza.