Sinceramente non so proprio da dove partire per questa recensione. Vi spiego subito qual è il problema: “Thunder & steele” è veramente un bel disco, il classico album powerone che si lascia ascoltare grazie a refrain azzeccatissimi, belle melodie vocali, ottimi assoli, bei riff… Dov’è il problema, quindi, vi starete chiedendo? Beh, il problema è che il nuovo album dei Gamma Ray… aehm, scusate, degli
StormWarrior, è, appunto, una raccolta di outtakes della band di zio Kai.
Non sono uno che subito storce il naso quando una band omaggia i propri idoli oppure quando nel proprio sound spunta fuori più di qualche influenza. Nel caso specifico, però, sono rimasto veramente basito nel constatare quanto incredibilmente simili agli ultimi Gamma Ray suonino i brani di questo disco. Qui si prevarica l’influenza, si scade nella copia carbone… Certo è che se riuscite a superare questa cosa, di certo non da poco, vi troverete, come già accennato, davanti ad un bellissimo album. Fresco, veloce, accattivante, tutto gira per il meglio durante l’ascolto. La band è al top, suona ogni parte in maniera impeccabile, e riesce a tirar fuori dal cappello una manciata di brani davvero spettacolari.
Ascoltate la titletrack, posta in apertura per mettere in chiaro fin da subito come stanno le cose. Oppure “Metal avanger”, “Ironborn”, o le più metallose “Steelcrusader” e “Sacred blade”, tutti pezzacchioni che vi inchioderanno alla sedia, e che sentirete a loop per diversi giorni di seguito… Per certi versi posso anche affermare che i brani in questione non solo eguagliano, ma spesso e volentieri superano quelli del Raggio Gamma, perlomeno quelli dell’ultima produzione di Hansen e soci. Però… resta sempre il famoso però… sono pur sempre brani degli StormWarrior, o perlomeno dovrebbero esserlo… Insomma, parliamoci chiaro, se non fosse per il fatto che zio Kai è fissato con le storie spaziali, mentre il quartetto capitanato da Lars Ramcke predilige affrontare tematiche più strettamente fantasy nei testi, potremmo davvero avere difficoltà a distinguere le due entità. E la voce dello stesso Lars di certo non aiuta, anzi, peggiora ancora di più le cose, così com’è a metà tra Biff Byford e lo stesso Hansen.
Che dirvi? “Thunder & steele” è un signor disco, impeccabile dal punto di vista compositivo, altrettanto da quello esecutivo, quindi merita più di un ascolto frettoloso. Però dovete riuscire ad estraniarvi e ad ascoltarlo solo per il suo contenuto musicale, mettendo il cervello in stand by e evitando paragoni. Solo così riuscirete ad apprezzarlo fino in fondo per quello che è, un gran bell’album di power metal crucco, che avrebbe potuto prendere un bel punto pieno in più se solo fosse risultato più personale…
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