Dopo la sfilza di delusioni musicali inanellate l'anno scorso ed un 2014 partito in sordina, ci speravo davvero nel nuovo
Combichrist.
No Redemption, uscito sul finire del 2013 come colonna sonora del video game
Devil May Cry, era la classica marchetta assolutamente priva di valore artistico, o almeno di questo mi sono convinta, dopo due camomille molto concentrate per farmi passare il nervosismo e l'ansia che mi aveva messo addosso. Invece Andy LaPlegua è un fucking genius ed è sufficientemente sfrontato da sbatterlo in faccia a tutto il mondo nella maniera parossistica e un tantino coatta che ha reso la sua band un punto fermo dell'ebm più industriale e da club. Quattro anni dopo
Making Monsters, che sanciva il passaggio dall'elettronica pura ad un mix con il metal,
We Love You ne prosegue il discorso, portandolo ad una maturazione maggiore e dimostrando come Andy e soci abbiano le capacità per evolvere in una forma canzone che in un caso si rifa' addirittura al Johnny Cash della cover Hurt e ai Fields Of The Nephilim (il cantato e la chitarra acustica di
The Evil In Me nella prima parte, le tastiere dilatate e lunari nella seconda). Inizio da tachicardia con le esplosioni industrial metal della
title track, dotata anche di un refrain da stadio.
Every Day Is War è un clone della hit
Get Your Body Beat, ho provato a sentirle insieme e sembrava quasi il medesimo pezzo; è l'unico passo falso del disco, ma significa anche che, se non cominciate a ballare come i Maori neo zelandesi su questo pezzo, vuol dire che siete morti e non ve ne siete resi conto. Arrivano
Can't Control,
Satans Propaganda e
We Rule The World Motherfuckers a darvi il colpo di grazia, vi vedranno saltare come degli ossessi in giro per casa. Accostatele al Rob Zombie di Hellbilly e agli Hocico per le vostre serate di devasto.
Love Is A Razorblade e
Fuck The Unicorns sono, per il mio gusto personale, i pezzi che ho preferito fra quelli più metallosi.
From My Cold Hands è una interessante incursione nella elettro dance degli anni '80, con rumorismi e voce al cianuro.
Retreat Hell Part 2 chiude con chitarra acustica ed uno spoken word carico di sarcasmo il discone col botto che aspettavo da più di un anno. Satan bless you Andy LaPlegua.
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