Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2014
Durata:56 min.
Etichetta:Hammerheart Records

Tracklist

  1. EINSAM IST'S, DURCH'S MOOR ZU GEH'N
  2. URZEITGEISTRAUHNACHTSKIND
  3. DER WEG ZURüCK
  4. GEISTERREITER
  5. ZEITENTOR
  6. EWIGKEIT

Line up

  • Stefan Traunmüller: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Non c’è trucco non c’è inganno con gli austriaci Rauhnåcht: basteranno i primissimi istanti dell’opening track a fugare ogni dubbio. Chitarra zanzarosa prima, drumbeat marziale poi, leggero tocco di keyboards in appoggio, screaming in tedesco e via con un bel black metal atmosferico in mid tempo.
Per quanto mi riguarda, la recensione potrebbe anche terminare qui!

D’altra parte, il mio puntiglio di recensore impone una trattazione più esaustiva, ragion per cui aggiungo che stiamo disquisendo di una one man band il cui deus ex machina risponde al nome di Stefan Traunmϋller. Se devo esser franco, non conoscevo costui prima di approcciarmi alla recensione di Urzeitgeist, eppure si deve trattare di un artista particolarmente attivo e prolifico, dal momento che a curriculum risultano collaborazioni con numerose realtà dell’underground estremo (segnalo ex multis i Golden Dawn, gli ottimi Wallachia e gli Sternenstaub).

Con specifico riferimento ai suoi Rauhnåcht, ci troviamo di fronte al successore dell’unico full length Vorweltschweigen, risalente al 2010. Sempre al fine di far trionfare l’onestà, confesso di non aver mai ascoltato quell’album nemmeno per sbaglio, motivo per cui mi sono approcciato al nuovo parto discografico sgombro da preconcetti o aspettative.

Ne è discesa un'esperienza uditiva senz’altro piacevole, seppur non memorabile. L’approccio alla materia black del buon Stefan è ligio, rispettoso, direi quasi scolastico non fosse per la qualità spregiativa celata nell’aggettivo. In realtà, parliamo di un genere che non abbisogna giocoforza di idee innovative o originalità, bensì di fascino oscuro, malignità e atmosfera.
Le lunghe tracce di Urzeitgeist, fortunatamente, possiedono tutte le caratteristiche elencate, in virtù di un riffing classico ma efficace, di strutture avvolgenti nella loro ciclicità e nell’assenza pressoché totale di ritmi elevati o sfuriate in blast beat.

Le trame, al contrario, si mantengono contemplative, mistiche, solenni e velatamente folk: così, pezzi come la title track, Der Weg Zurϋck e Ewigkeit riescono nell’intento d’immergerci nell’immaginario alpino che costituisce il fulcro tematico primario del progetto.
I predetti titoli, peraltro, sono stati citati un po’ a casaccio, dal momento che le canzoni tendono ad assomigliarsi e che la varietà compositiva non può certo venir annoverata tra i punti forti della release. Anzi, è proprio la eccessiva omogeneità del songwriting a costituire il limite più evidente del lavoro, che come s’immaginerà finisce per smarrire mordente lungo il percorso, anche a causa di alcuni passaggi tirati troppo per le lunghe.

In ultima analisi, qualcosa da limare, rivedere e correggere nel sound dei Rauhnåcht c’è; tuttavia, non per questo sarebbe saggio volgere altrove lo sguardo. Il mio umile suggerimento, se vi stuzzica l’idea di chiudere gli occhi e trovarvi catapultati sul cucuzzolo di una montagna innevata, circondati da conifere a aspre rocce illuminate dalla luna piena ma coperte da una sottile patina di bruma, è di concedere a Urzeitgeist una chance.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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