Brutta cosa, quando manca l'ispirazione.
Sai che devi fare un disco, sai che devi farlo in fretta...e se ci aggiungi che hai irrimediabilmente perso una pedina fondamentale sia per il songwriting sia per la resa dei brani, allora il compito di partorire qualcosa di buono si fa ancora più difficile.
Il secondo lavoro dei
Gotthard dell'era Maeder si rivela, anche dopo un numero di ascolti maniacalmente alto, un disco mediocre, banale e ben poco capace di rimanerti in testa. Quantomeno il precedente
Firebirth, nei primi mesi di vita, era comparso qualche volta nello stereo...ma qui niente, nessuna reazione, nessun sussulto...come Malgioglio di fronte a Jenna Jameson che mangia il Calippo.
Intendiamoci: la band non ha mai fatto dell' innovazione il proprio marchio di fabbrica, ma mai in carriera (pur con alti e bassi all'interno della discografia) aveva pubblicato un album così moscio. Ecco,
moscio è la parola giusta. Non tanto per la presenza più o meno massiccia di ballad e simili, ma proprio perché anche nei frangenti più hardrock-oriented si avverte una staticità preoccupante, una noia che, essendo inaspettata, risulta ancora più deludente.
Non che sia tutto da buttare, ma gli episodi memorabili sono ben pochi: la title-track, che ha impresso il marchio svizzero a chiare lettere e potenzialmente ottima per i live, l’ottima ballad
Thank You e
What You Get su tutte. Orribile
Mr Ticket Man, mollissima
Red On A Sleeve, indegno il singolo
Feel What I Feel e inspiegabile la caduta sulla ballad
C’Est La Vie, così come la grattuggiata
Jump The Gun. Carine ma non epocali
Get Up ‘N’ Move On (col riff di Burn all’incontrario),
Spread Your Wings, I Won’t Look Down, My Belief e la ballad a due voci
Maybe.
Insomma…capite bene che per una band di questo calibro un disco così non è giustificabile, non è sufficiente, non è nulla se non una pagina da girare alla svelta.
La prova di
Maeder, perché ovviamente anche dopo diversi mesi rimane osservato speciale, è buona. Buona perché ha una bellissima voce, ma nulla di paragonabile a Lee e, soprattutto, nemmeno a certe ottime cose sentite in Firebirth. Sembra essersi accontentato anche lui, accodato all'incapacità degli altri di spingere sull'acceleratore.
Signori miei, il mio amore per voi non è certo sopito, ma se proseguire significa vanificare nella mediocrità tante splendide perle del passato, facciamoci un paio di domande, perché questo per me più che un Bang! è un mezzo flop.