Amanti dell heavy, del doom, dell'occulto, del rock e nemici di mode e tendenze unitevi, in un solo coro inneggiate al sangue della vergine!
Un disco senza tempo, ecco cos'è questo secondo lavoro degli statunitensi
Vestal Claret.
Questo duo del Connecticut, che in formazione vede la voce di
Phil Swanson (anche nei consigliatissimi
Seamount e
Hour of 13) e le corde di
Simon Tuozzoli, propone un heavy-doom che può collocarsi da qualche parte tra i loro gruppi di appartenenza e altre band come
Pagan Altar, vecchi
Grand Magus,
Briston Rites, Pentagram, Witchfinder General e, perché no,
Cirith Ungol. Un suono mai di moda e mai fuori moda, un tipo di metal che ha strette basi nell'heavy rock e profondi legami con l'occultismo. Nove canzoni che sono in parte recuperate da passati split con
Ungod e
Albatross e in parte proposte per la prima volta, mostrando una varietà compositiva totalmente a vantaggio dell'ascoltatore che può così immergersi tra le ombre e i rituali dei
Vestal Claret. Un album marchiato a fuoco dalle bellissime linee di basso di
Tuozzoli, seguite e ampliate dalle chitarre, sulle quali si appoggia la particolare voce di
Swanson che sa essere magnetico e declamatorio come pochi altri. In alcuni frangenti, tipo
Great Goat God, sembrano improvvisare dal tanto che sono genuini ed ispirati.
Scorrendo le tracce, abbiamo episodi più energici e lineari come l'opener
Never Say no Again o la successiva
Three and Three Are Six, che si vanno ad affiancare a grintosi brani dalla spiccata varietà compositiva come
The Stranger e
Piece of Meat che fanno da contraltare a pezzi più lenti e lugubri come
The Demon and The Deceiver. Due chicche spuntano poi dal mucchio, la lunga ed emozionante suite
Black Priest (già apparsa nello split con
Albatross, qui riregistrata ma sempre da brividi) e la cover
Who are you?. No, non è il famosissimo pezzo dei
The Who (che purtroppo tutte le nuove generazioni conoscono solo come sigla di CSI) bensì un brano "minore" da
Sabbath Bloody Sabbath, scelta che rivela l'amore totale dei
Vestal Claret per i padri del doom metal.
Un altro colpo a segno per la sempre attenta label romana Cruz del Sur Music. Da ascoltare con le cuffie nella tranquillità di una stanza buia, illuminata solo da un paio di candele, sarà così possibile vedere materializzarsi un nero capro.