"Per Aspera ad Astra"
Daje, è stata dura ma ce l'abbiamo fatta, dopo mille asperità siamo usciti a riveder le stelle.
Per il sottoscritto è stato un periodo intenso e di poca concentrazione, fattori che hanno fatto slittare queste righe riguardo "
Broken Balance" di diverse settimane..ma ne è valsa la pena.
Il fatto è che al sottoscritto non piace fare le cose tanto per fare, quindi o le faccio bene o non le faccio.
Mantra che dev'essere proprio anche degli
Astra, che con questo "Broken Balance", terzo album della loro discografia, tirano fuori qualcosa di grandioso, un qualcosa che finora non erano mai riusciti a raggiungere seppur autori di due dischi di assoluto valore.
Questo terzo lavoro non è "solo" un disco di assoluto valore, è qualcosa di più: è un manifesto, anzi, IL manifesto di quello che il gruppo romano rappresenta e può davvero dare al mondo della musica italiana, europea e mondiale.
Scrollatisi di dosso l'ormai soffocante etichetta di "Tribute band ufficiale dei Dream Theater" e perso al microfono un cantante eccellente come Titta Tani, gli
Astra decidono di rimettersi parzialmente in gioco senza stravolgere eccessivamente il proprio sound, ma apportandogli semplicemente piccole ma importanti modifiche, funzionali tra le altre cose alla scelta di affidare l'onere delle parti vocali al già bassista Andrea Casali.
Risultato?
Una bomba, sotto ogni aspetto.
Il sound tipicamente prog degli esordi viene letteralmente rinfrescato da aperture di chitarra e soprattutto tastiera (e qui non smetterò mai di lodare
Emanuele Casali, a mio modo di vedere uno dei migliori interpreti dello strumento a livello mondiale, come dimostrato anche coi DGM) non obbligatoriamente ipertecniche ma votate spesso e volentieri anche alla melodia, in un connubio che mi piace chiamare glam-prog, proprio perchè tecnica e stile vengono affiancati da una vivacità e da un'ariosità tipiche del glam o dell'AOR. Non mancano ovviamente i momenti un po' più duri ("
Too Late", "
Faithless"), sempre ben amalgamati al resto, che mi hanno ricordato gli ultimi due dischi del LaBrie solista, in particolare "Faithless", grazie al drumming efficace e intenso di Filippo Berlini, decisamente "wildoeriano" nel suo pestare sulle pelli.
A tutto questo contribuisce in maniera decisa anche la STUPEFACENTE prestazione al microfono di
Andrea Casali, che spazza via ogni minimo dubbio riguardo l'abbandono di Titta Tani sfoderando una prestazione impressionante, per timbro e estensione, oltre che per interpretazione e per scelta delle linee vocali. Ascoltatevi la nota che prende nell'opener "
Losing My Ego", godetevelo nella ballad "
Mirror Of Your Soul", contemplatelo nel ritornello di "
Risk and Dare" sbriciolatevi, poi ricomponetevi e iniziate a considerare l'idea di aver scoperto un nuovo fenomeno, uno di quei cantanti destinati a raggiungere in breve tempo il livello qualitativo della mia personalissima Trinità Italiana (Conti-Tiranti-Luppi).
Parlare singolarmente delle varie tracce sarebbe davvero un insulto a un disco praticamente perfetto a livello globale, che non presenta un singolo momento di stanca ma che, dalla già citata opener "Losing My Ego" fino alla bellissima e conclusiva "
You Make Better", brano dal deciso retrogusto di ballad, si accomoda tranquillamente ai piani altissimi di una futura classifica di gradimento annuale.
E' tempo di Mondiali e non sappiamo bene fin dove arriverà l'Italia, ma se ci fossero i Mondiali del Prog potete stare sicuri che gli
Astra ci rappresenterebbero alla grandissima. "
Broken Balance" è un disco meraviglioso, uno di quei dischi che ti riappacificano con la musica e ti rendono dannatamente orgoglioso di essere italiano.
Quoth the Raven, Nevermore..