Bizzarro platter quello dei tedeschi Killing Spree, band nata dalle ceneri degli Enslaved (una band tedesca, non norvegese) con il cui moniker aveva inciso una serie di dischi e 7”. Questo è il debutto sulla lunga distanza con il nuovo moniker, dopo un demo nel 2002.
Il sound proposto si diceva bizzarro e in effetti tale è, immaginate tutto il grezzume del death metal old school, tipo i Bolt Thrower, con un cantante molto simile a Mike “Barney” Greenway dei Napalm Death con un sottofondo atmosferico di tastiere eteree e impalpabili. L’effetto che fa è decisamente “weird”, anche perché a lungo andare quello che dovrebbe cozzare, ovvero grezzume e soavità, sembra invece seducente e lascia un marchio nel cervello.
“Black Summer” e “Keep The War” sono esempi di quanto detto, ma vi basterà ascoltare ad esempio “Discovery” per scoprire di essere capitati nel bel mezzo di una song decisamente eighties, perché mette insieme death metal e disco music anni ’80!
Il disco non offre altri spunti di nota, perché se guardiamo alla sostanza, tolte le tastiere, ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente convincente ed ispirato. Soprattutto in considerazione del fatto che questo disco esige per il suo possesso un discreto numero di euro.
Però la caratterizzazione, per strana e inconsueta che sia, vale almeno a differenziare questo disco da mille altri simili e mostra la voglia della band di discostarsi, col nuovo corso, da quanto fatto in passato. Sufficienza a stento.
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