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Being As An Ocean sono una di quelle tante band fotocopia post-hardcore/metalcore/qualsiasicosacore provenienti dall'America che, nel giro di un paio d'anni o giù di li, raccolgono centinaia di migliaia di consensi in giro per il mondo. Il perchè, onestamente, rimane un mistero.
Chiariamoci, i 5 ragazzi provenienti da Alpine non sono male, anzi. Il loro hardcore è davvero buono e ben suonato, ma di una banalità disarmante, fatta eccezione per i titoli Wertmulleriani dati ai diversi brani che compongono i due dischi finora usciti sotto InVogue, ovvero "Dear G-d.." e il quipresente "
How We Both Wondrously Perish".
Banali perchè già sentiti in ogni salsa, da quella più puramente hardcore con cantato in scream a quella più metalcore, con magari un chitarrone ribassato e la voce clean nei ritornelli. E su questo disco abbiamo tutto il panorama sopracitato, compreso di evitabilissima doppietta finale soft ("
Mothers" e "
Natures") in cui troviamo la fastidiosa voce in clean della seconda chitarra
Michael McGough, fastidiosa non tanto per la qualità, comunque buona, quanto per il fatto di arrivare puntuale in OGNI brano a stoppare l'inerzia dello stesso e iniziare a chiacchierare, letteralmente.
Detto questo, se vogliamo analizzare "
How We Both Wondrously Perish" dal punto di vista puramente tecnico, siamo di fronte a un lavoro sicuramente sufficiente. Se però dobbiamo analizzare longevità, fastidiosi intermezzi parlati e banalità della proposta, la sufficienza per i
Being As An Ocean risulta un miraggio lontano e un premio sin troppo buonista. Propendiamo quindi, almeno per questa volta, per una sontuosa via di mezzo.
Quoth the Raven, Nevermore..
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