Il fatto che Dave Evans sia stato uno dei membri fondatori degli AC/DC, lasciando poi sul finire del 1974 il posto a Bon Scott, è sicuramente un ottimo veicolo promozionale. Devo ammettere che è stato anche un pungolo per andare ad approfondire un periodo nella storia degli AC/DC che mi era finora sconosciuto. D'altra parte Evans potrebbe rischiare di venire schiacciato dall'importanza del gruppo australiano, finendo per essere additato come il classico "ex" che cerca di ritagliarsi un suo angolino sfruttando la fama altrui. Ma la sensazione è che non sia questo il suo caso.
Dopo la collaborazione con i fratelli Young, Evan ha fatto parte dei Rabbit, incidendo due dischi, "Rabbit" e "Too Much Rock And Roll" rispettivamente del 1975 e del 1976. A questi sono seguiti altri progetti, prima i Thunder Down Under e poi gli Hot Cockerel, ma anche la collaborazione con i Thunderstruck, cover band degli AC/DC (e te pareva....) con i quali 4 anni fa ha preso parte ad un concerto alla memoria di Bon Scott, in coincidenza con il ventennale della sua morte.
Ed ora rieccolo in pista con "Sinner", suo primo vero album solista che lo vede alle prese di dodici canzoni di Heavy Rock sanguigno, graffiante e ...ehm ...di stampo AC/DC.
Ad accompagnare Evans troviamo, tra gli altri, i due chitarristi dei Rabbit, ed anche Simon Croft, guitarist dei Thunderstruck, che si propone in alcuni assoli. Da parte sua Evans offre una prestazione grintosa e, nei limiti del genere, piuttosto varia, voce roca da vecchio rocker e sopratutto senza stare a rievocare lo spirito dei suoi successori Bon Scott e Brian Johnson. La musica sì, quella viene richiamata, e spesso, già dall'opener "Back On The Firing Line" sino alla conclusiva "The Thunder Down Under". Così non c'è da stupirsi se i pezzi, ad esempio "Rock' n' Roll or Bust" o la scattante "Turn it up", hanno un mood alla AC/DC, con quei fraseggi sfacciatamente alla Angus Young. Le chitarre non si smentiscono nemmeno sulla più seventies "Only the Good Die Young" o sulla sleazy "Sinner", marcata da quell'andamento vizioso che è evidente nel refrain, ma neppure sulla più cattiva e nervosa "D.O.A.", dove Evans abbassa ulteriormente la propria voce.
Se apprezzate questo genere di sonorità, e sopratutto se vi ci avvicinerete senza preconcetti, scoprirete che "Sinner" ha parecchio da offrire.
Sell your souls... to Rock'n' Roll!!
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