Veterani della scena heavy rock norvegese, i
Lonely Kamel pubblicano il quarto album dal 2008 ad oggi.
Per la cronaca, i ragazzi di Oslo ancora prima erano noti come Ben Johnson. Qualche anno fa avevo recensito il loro “Dust devil”, album retrò rock che mi era piaciuto.
Il nuovo “Shit city” conferma la buona impressione, anche se nel frattempo le uscite di questo tipo sono cresciute in modo esponenziale ed il filone, come qualsiasi altro della musica moderna, comincia ad essere troppo sfruttato.
Ma intendiamoci, quello degli scandinavi è un lavoro più che buono. Straight heavy rock, groove stoner, molta energia ed un vago sentore southern in certi passaggi, il quartetto si dimostra una macchina ben rodata. Brani più diretti e sferzanti (“Shit city”, “BFD”, “Nightjar”) si alternano a soluzioni influenzate da certo psycho-blues ’70 (“Is it over”, “Seal the perimeter”, “Falling down”) che ci permettono di viaggiare un po’con la mente verso panorami meno angusti e depressivi di quelli del nostro vivere quotidiano.
Se vi piacciono formazioni come Kadavar, Three Seasons, The Graviators, Sideburn, aggiungete con fiducia i Lonely Kamel alla vostra collezione.
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