Nella assolata Phoenix (Arizona) ci dev'essere un profondo cono d'ombra che puzza di muffa, proprio da lì provengono questi
Lago, band che debutta con
Tyranny dopo quattro anni di gavetta tra EP e demo.
I
Lago, in pratica, prendono i
Morbid Angel e li portano ad un livello attuale, pur con qualche variazione. Il loro suono è fatto di sotto-trame complesse, di un songwriting affilato, vario e, nonostanta l'indiscutibile padronanza degli strumenti, evitano di trascinare la band verso lidi modernisti fatti spesso di sterile tecnica e suoni precisi. Tra le nuvole plumbee ed il cielo pesto che sanno mettere in musica, compaiono squarci di sole sotto forma di assoli taglienti e (a volte) melodici mentre in altre occasioni sono le linee in tremolo picking gli espedienti che fanno respirare le canzoni, senza andare oltre, senza inserire la facile melodia. Un'altra caratteristica dei
Lago è il dualismo nel cantato.
Garrett e
Cole (basso e chitarra) si alternano al microfono a seconda delle esigenze della canzone, prodigandosi tra un growl denso e profondo (la maggior parte del tempo) ed uno scream di derivazione black, riescono così ad accompagnare bene l'animo delle canzoni che, tra dissonanze, rallentamenti, e tupa tupa, spaziano con disinvoltura all'interno dell'architettura sonora.
Si sente la mancanza di un paio di tracce veloci, più dirette e "snelle" che facciano per qualche minuto prendere fiato dall'impostazione abissale e Azagtoth-derivata della proposta che, ribadisco, rimane molto interessante.
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