Avevo lasciato i
Phenium al loro demo di debutto del 2008, dopodiché non avevo più sentito parlare di loro. Scopro che nel frattempo la band ha pubblicato un full length, “Fake you all”, e un paio di EP, tra cui questo nuovo “No more humanity”, registrato dopo un rivoluzionamento della line up (di membri originali è rimasto il solo chitarrista ritmico Pierluigi Fiore), con conseguente variazione della proposta musicale. Ad oggi dei vaghi sentori thrash degli esordi non è rimasto nulla, e la band ha spostato il proprio tiro decisamente e marcatamente verso sonorità sempre più moderne e vicine al metalcore più bieco, con spruzzate gothic qua e là. Noto che tutto quello che secondo me non andava, e che avevo sottolineato nella recensione del primo demo, non solo non è stato accantonato, ma addirittura accentuato. Ecco quindi che il sound, come già detto, ha virato verso lidi sempre più distanti dal thrash e sempre più orecchiabili e scontati, e che i mid tempo continuano a farla da padrona. L’altrettanto scontato utilizzo di due voci, quella harsh maschile per le parti più dure (diciamo così…) e quella femminile per le parti più melodiche e gothic, non fa che rendere la proposta ancora più debole, andando a ricalcare degli schemi che già nelle band che li hanno utilizzati per primi non hanno mai convinto, figuriamoci in un gruppo che si limita semplicemente a riproporre quanto già detto in passato. Il concetto stesso di metalcore, che di suo già non convince più di tanto, viene ulteriormente svilito in questi sei brani, che non hanno nulla di allettante, fatta eccezione per l’ottimo lavoro svolto in fase solista da Gabriele, chitarrista dal gusto sopraffino, che però lascia ancora più dubbi riguardo la scelta stilistica generale, visto che le sue doti potevano essere utilizzate in maniera molto più proficua. Certo c’è da dire che se tutto ciò sta bene a loro, perché non dovrebbe star bene a noi? È evidente che dall’esordio ad ora il gruppo abbia intrapreso la strada che più gli si addice, quindi in un certo senso va bene così. Quello che contesto io è che anche in quest’ambito si può e si deve fare di più, non limitandosi a calcare pedissequamente schemi triti e ritriti… Peraltro con mezzi non esattamente sorprendenti, vedi ad esempio la voce di Arianna, non particolarmente espressiva e coinvolgente. Spero vivamente che questo EP sia servito alla band solo come vetrina di lancio della nuova line up e che per il prossimo album si possa ascoltare finalmente qualcosa di più sorprendente, e soprattutto che abbia una propria identità ben definita e non suoni come una sorta di minestrone poco amalgamato. A giudicare, però, dall’evoluzione che c’è stata tra il primo demo e questo ultimo lavoro, permettetemi di avere forti dubbi a riguardo…
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