Prima di assimilare
“Earth Ground” ultimo lavoro dei polacchi
THAW, sono necessari diversi ascolti perché può essere facile ricondurli come successori degli
Altar Of Plague o anche dei
Drudkh. I misteriosi Thaw , sono forse l’unico gruppo in grado di mantenere saldo il ponte che unisce il black metal di vecchio stampo alle sonorità post e noise sperimentali, con cuciture psichedeliche e claustrofobiche da brivido.
“Earth Ground” è un album prodotto dalla Witching Hour Productions, contiene otto tracce per un totale di quasi cinquanta minuti di ascolto. Diviso in tre parti,
“First Day” ,
“Second Day” e
“Last Day”. Lascia presagire l’ombra di un concept sofferto, importante e determinato da un viaggio interstellare tra montagne mozzafiato e antichi insediamenti sovietici, passando da Orava o Zakopane, fino ad arrivare a Cracovia. La desolazione e il silenzio quasi assordante di quei posti, rendono lo stile del sound ancora più devastante da smaltire. Un cammino tortuoso, cupo, a tratti psichedelico, con sfumature sludge struggenti quanto basta per ridestare animi assopiti da tempo . Questo è uno di quei rari casi in cui non è necessario fare tanti ragionamenti pindarici sulla composizione dei suoni. Rispetto al precedente full omonimo, la qualità e la predisposizione agli arrangiamenti orchestrali sono di gran lunga superiori.
I quattro polacchi reduci dal mondo dell’hardcore, hanno superato loro stessi, tendendo la mano al black metal con coraggio estremo e versando su di esso fiumi di rabbia e sonorità imprevedibili, rischiando anche la reazione di chi si approccia all’ascolto. Tuttavia si rimane impigliati e imbrigliati in un percorso emozionante e difficilissimo da classificare, ma che finalmente apre le porte ad un nuovo modo di fare black metal sperimentale, mantenendo comunque le radici delle origini.
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