Groove stoner-rock, denso e profondo, teso e incalzante, con un tocco americano che ricorda “outsiders” come Wo Fat, Gozu, Geezer ed altri del genere.
Però i
Profane and the Sacred sono inglesi, di Londra. Il loro sound erompe dagli speakers spesso e torbido, con le ritmiche battenti del neo-stoner che si uniscono ai riffs melmosi del sud-Usa e ad una cascata di assoli blues-oriented. I brani sono tutti di lunghezza medio-alta, ma le soluzioni adottate dal quartetto albionico li rendono ben riconoscibili e ricchi di sorprese. La parte vocale ha il giusto tono alcolico, senza comunque rinunciare alla propensione melodica. In sostanza l’ora di ascolto risulta investita bene.
Ottimo esordio, per una band che consiglio caldamente agli stoner blues swamp addicted di ogni età.
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