Tornano i canadesi
The Agonist dopo quello che si può considerare il più drammatico cambio di line-up per un gruppo, ovvero quello del vocalist.
Alissa White-Gluz, uno dei punti di forza della formazione melodic death, ha cambiato casacca, passando ai ben più osannati Arch Enemy e lasciando un vuoto difficilmente colmabile nella band. Un colpo fortissimo per tutti i fan, che sicuramente hanno temuto, per qualche tempo, per il destino dei loro beniamini, ma che, per fortuna, si è risolto con una sostituzione all'altezza del lavoro.
Vicky Psarakis, statunitense di chiara origine greca, scovata nella rete (come spesso accade oggigiorno), dimostra di riuscire ad assolvere bene il compito, supportata dagli strumentisti, che danno prova di non aver perso il proprio smalto.
"Eye of Providence" presenta tredici tracce, per quasi un'ora di musica. Un disco tutto sommato compatto, colmo d'energia, diretto, con protagonista, ovviamente, la nuova singer intenta a mostrare le proprie doti agli ansiosi fans. Già l'opener fa presagire di esser di fronte ad un album di qualità, che potrebbe piazzarsi fra i migliori dei
The Agonist.
"Gates of Horn and Ivory" è un brano aggressivo, con un bel lavoro di riffing e una prestazione convincente della vocalist.
"My Witness, Your Agony" si colloca fra gli highlight di
"Eye of Providence" con Vicky Psarakis che gestisce bene l'alternanza fra clean e growl, facendo quasi dimenticare Alissa.
"Dance Macabre", che ruba il titolo dal poema sinfonico di Camille Saint-Saëns, continua nell'opera di convincere l'ascoltatore attraverso l'efficace prova degli strumentisti e soprattutto grazie all'orecchiabile chorus.
"I Endeavor" scuote l'ascoltatore senza pietà, mentre
"Faceless Messenger" poggia interamente sulla suadente interpretazione di Vicky Psarakis.
"Perpetual Notion" intesse interessanti trame d'acustico e riffing violento e fra clean e growl;
"A Necessary Evil" scatena l'inferno, con un occhio sempre puntato al chorus orecchiabile;
"Architects Hallucinate" punta tutto sulla pesantezza e sui tempi cadenzati;
"Disconnect Me" possiede delle affascinanti linee melodiche e su tutto un bel lavoro di riffing degli axeman;
"The Perfect Embodiment" è introdotto da un arpeggio malinconico e alterna per l'intero corso del brano momenti più aggressivi ad altri più pacati;
"A Gente Disease" è una ballad dove la cantante mostra tutta la propria emotività, fino al conclusivo arpeggio di basso di Chris Kells;
"Follow The Crossed Line" e
"As Above, So Below" chiudono il disco in bello stile.
"Eye Of Providence" è senza dubbio una delle migliori, se non la migliore, opera dei
The Agonist e, per quanto se ne dica, il cambio di vocalist potrebbe persino aver giovato alla band canadese. Consigliato ai fan del melodic death e anche a chi ha apprezzato l'ultimo Arch Enemy, magari per confrontare le due uscite.
Video di "A Gentle Disease"
Video di "Gates Of Horn And Ivory"
Video di "My Witness, Your Victim"
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