Permettetemi, all'inizio di questa recensione, una piccola considerazione personale: chi continua a paragonare i
Temperance agli
Amaranthe, non ha capito un cacchio di musica. Forte? Eccessivo? E' solo la mia opinione personale, e prendetela dunque come tale, ma la band di Chiara Tricarico e soci ha tanto, ma così tanto spessore musicale ed un livello tecnico/compositivo che gli svedesi se lo sognano.
La conferma a quanto detto arriva con il secondo full length della band nostrana, a titolo "
Limitless". Tredici canzoni, quasi un'ora di un power/simphonic/prog/goth/chiamatelocomevipare metal, in cui la band tira fuori le sue due anime, quella incazzosa e quella meravigliosamente melodica, e riesce a fonderle con sorprendente abilità. Complice il solito gran lavoro di Simone Mularoni e dei Domination Studio, sempre più un'istituzione per la musica metal di qualità in Italia, "Limitless" ha l'invidiabile qualità di suonare dannatamente bene. Ed è una ciliegina su una torta già buonissima di suo, visto che in questo album i brani sono di una qualità media davvero alta.
Si parte in quarta con la catchy "
Oblivion", che sin da subito mette in evidenza la versatilità vocale di Chiara e la compattezza, alle sue spalle, di un combo che
sa suonare metal, nel senso più tecnico e moderno del termine. Uno via l'altro, brani dai refrain indelebili come "
Amber & Fire", la bellissima "
Stay", una "
Mr. White" condita da screams e rough vocals, danno la sensazione di una band che, se proprio proprio, mi assomiglia più ad Epica o Delain, ma con molte più 'palle' e idee.
Il fatto che i Temperance siano italiani non può che rendermi ancora più orgoglioso di un album che ha tutte le carte in regola per fare sfracelli, dentro e fuori i patrii confini. Complimenti a loro, e consigliatissimo a voi.
P.S.
Copertina meravigliosa!