Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:74 min.
Etichetta:Napalm Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SWINGING ON THE RUN
  2. FREE
  3. HOLDING ON
  4. CORTEZ THE KILLER
  5. A BIT OF DEVIL
  6. ROCK BOTTOM BLUES
  7. DIAMOND SHOES
  8. A PENNY AND A DEAD HORSE
  9. MOONSHINE
  10. COMING HOME

Line up

  • Nick van Delft: vocals, guitar
  • Stephan Gall: guitar
  • Ruben Claro: bass
  • Janosch Rathmer: drums

Voto medio utenti

Ho già avuto occasione di affermarlo in passato su queste stesse colonne … gli Zodiac sono un ottimo gruppo di hard-rock blues settantiano, alquanto competente, devoto e ispirato, ma per ambire all’Olimpo dei “restauratori” del genere, alla loro proposta manca ancora un pizzico di “anima”.
Beh, diciamo che forse ci voleva un live album come “Road tapes vol.1” per vedere assottigliarsi almeno un po’ quel modesto e tuttavia sostanziale gap.
Il contesto (seppur il risultato finale sia stato verosimilmente oggetto di qualche ineluttabile “correzione” in sala d’incisione …) ha sicuramente giovato all’efficacia e alla spontaneità dei nostri teutonic-rockers, e questo depone a loro favore, dacché è da sempre la “prova del palco” a rappresentare il test più importante e indicativo, soprattutto per questo tipo di sonorità.
Il quartetto, grazie a interpretazioni piuttosto sentite e intense, rimuove una discreta porzione della patina manieristica che ha talvolta caratterizzato le sue precedenti produzioni discografiche e propone agli estimatori del settore una coinvolgente celebrazione delle radici del r’ n’ r’, capace di magnetiche divagazioni psych e di parecchia tensione espressiva.
Difficile, infatti, non rilevare un amplificato fervore nelle brillanti esecuzioni di “Swinging on the run”, “Free”, “Rock bottom blues”, “Moonshine” e del tour de force “Coming home”, gravide di pathos tangibile e di palpitante elettricità.
Esemplare, infine, la versione di “Cortez the killer” del mitico Neil Young offerta dai nostri: un autentico gioiellino di sensibilità e di prepotente energia emozionale.
Rimarcando la prestazione di Stephan Gall, un vero maestro nella trattazione fremente e calorosa delle sei corde (con numi tutelari del calibro di Kossoff, Trower e Clapton), non mi rimane che consigliare l’ascolto dell’opera a tutti gli estimatori di Led Zeppelin, Free, Humble Pie, Deep Purple e Thin Lizzy, nonché ai fans di Howlin' Rain e Rival Sons.
Nella speranza di poterli apprezzare “in diretta” dal vivo, attendiamo con fiducia il prossimo studio album degli Zodiac … se metabolizzeranno anche nel loro songwriting l’ardente passionalità qui esibita, potrebbe davvero essere quello del salto di qualità definitivo.
Ah, per la precisione il voto è 7+ (come nei celebri sketch di Cochi e Renato …).
Recensione a cura di Marco Aimasso

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