Mentre, qualche giorno fa, mi accingevo alla stesura della recensione di questo live album degli inossidabili
Iron Savior, ho ricevuto un messaggio privato di un nostro caro utente che mi consigliava l'ascolto del suddetto live durante una sessione di allenamento, in particolar modo parliamo di corsa, momento in cui nella tensione e la fatica, lo stress per il caldo ma allo stesso modo la rilassatezza e la spensieratezza dell'attività fisica, legata ad un immersivo ascolto in cuffia, avrebbero portato un netto giovamento alla godibilità del suddetto "
Live at the Final Frontier", e così è stato.
Devo ammettere che non mi è mai venuta la voglia/tentazione di skippare un brano, che anche quelli che poco sopporto su cd in sede live hanno un loro perchè (vedi "
Break the Curse", con quel maledetto riffing troppo rocckettoso alla Sinner), che la registrazione è assai curata e si ha la sensazione di essere in questo locale non grandissimo ma accogliente ed entusiasta e che, trascinato dall'enfasi di un
Piet Sielck (magari un po' aiutato dalla tecnologia) che con la voce può dire e fare quel che vuole sono anche andato anche un po' fuori soglia, tanto era il fomento che brani come "
Mind Over Matter", "
Last Hero" e
Starlight" riescono a provocarmi.
Tutto questo è sacrosanto. Ma qui non stiamo parlando degli
Iron Maiden, non siamo di fronte a
Live at the Donington, Rock in Rio, Live After Death, A Real Live One, A Real Dead One, Bim Bum Bam e live at the sausage feast, in cui è possibile "accusare" la band di variare troppo poco le loro setlist e riproporre sempre i soliti brani.
Qui è tutto l'opposto, si tratta del primo live ufficiale della band, a distanza di
18 DICIOTTO 18 anni dal magnifico omonimo esordio e non si può, peraltro in un doppio cd (ma anche la versione in DVD presenta il medesimo problema) presentare una scaletta così scarna e priva dei loro brani migliori, i loro cavalli di battaglia, ridotti in questa occasione ad "
Atlantis Falling", un medley (che personalmente detesto) di "
Iron Savior" e "
Watcher in the Sky" e "
Condition Red". Praticamente basta così.
E
"Brave New World"? E "For the World"? E "Coming Home"? E "Forces of Rage"? "Eye to Eye"? "Tyranny of Steel"? "Time Will Tell"? "Riding Free"?
Ma che diamine. Io "
The Landing" e "
Rise of the Hero" li adoro ed i miei giudizi sono ancora lì a testimonianza, ma non è passabile il fatto che in un live che è il primo e l'unico in una discografia possano mancare delle perle del genere e venga ridotto a mero prodotto commerciale di spinta degli ultimi due lavori anzichè celebrazione di una carriera.
6,5 grazie a quella corsa, altrimenti un 4 di disistima per la disgraziata scelta artistica non glielo levava nessuno.