Copertina 7

Info

Anno di uscita:2001
Durata:48 min.
Etichetta:Record Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. BISQUITS & SLAVERY 02. DIRTY BOY 03. FAMILY
  2. CABIN 05. SOMETHIN' GOTTA GIVE 06. MAKE AMENDS
  3. BACK TO BACK 08. PORCHLIGHT BLIND 09. SULTRY LADY

Line up

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Guardiamo la copertina: un barbuto obeso, con fucile e bandiera confederata sulle spalle in piedi su un rottame di bulldozer con l'immancabile bottiglione di Tequila, in mezzo ad un deserto polveroso.
Che musica vi aspettate? Romantici arpeggi acustici? Gotici vocalizzi femminili? Chitarroni marci, voci etiliche, tornado di ritmiche e sudore come pioggia? Non vi sforzate, è giusta la terza!
La Record Heaven dopo aver fatto il colpo con i Bigelf ed in parte con i Five Fifteen, ci riprova ancora andando a pescare in California questi Mississippi Sludge, quartetto dedito a sonorità southern/sludge, che come già detto stanno tornando a nuova vita, specie negli USA.
Il gruppo cerca di prendere la scia di pesi massimi come Five Horse Johnson, Raging Slab e soprattutto Weedeater, ma la distanza da questi mi sembra ancora da colmare. La proposta dei M.S. è un sound cadenzato e pesante, monolitico, senza spazio per accelerazioni o aperture di nessun genere, con ovvie influenze sudiste ma anche con una palpabile atmosfera tetra e doomeggiante. Tonnellate di riffs granitici incastrati su una sezione ritmica stile orologio svizzero, ed un cantante meno grezzo di quanto si possa pensare, la band pesca a piene mani dagli ZZTop ma anche dai Black Sabbath e più che le ultime leve mi ricorda un preistorico gruppo southern: Two Guns, ormai scomparsi nei meandri del tempo.
Esemplari la pachidermica title-track ed anche "Make amends", blocchi ossessivi e claustrofobici governati dalla slide guitar, con lievi spruzzate di melodia sudista. In alcuni brani ( Family, Porchlight blind ) emerge prepotente la vena blues, confermata dall'uso limitato dell'armonica, sempre immersa in un calderone sludge denso e poderoso.
La chitarra, assoluta protagonista, trova sfogo e respiro nella conclusiva "Sultry lady", lungo scuotimento sonoro adatto a palati forti. Un debutto valido ma non eccelso, manca qualcosa in fatto di dinamismo e qualcosa in fatto di brutalità, come se il gruppo fosse indeciso se puntare sull'heavy boogie dei Five Horse o sull'ultra sludge della bestia elettrica Weedeater.
Le basi comunque ci sono e sarà necessario attendere prove successive per un giudizio più completo, nel frattempo è consigliato a veri appassionati del genere.

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