Fans del thrash teutonico di scorso millennio tendete i padiglioni auricolari: sono arrivati i "Flesh Made Sin" a tentare di farvi ritornare indietro nel tempo con un sano e violento sound che rimanda da vicino alle storiche performances del buon Angelripper dei tempi d'oro di Agent Orange. Eh si, "Dawn Of The Stillborn" pesca a piene mani dal repertorio dei Sodom e strizza anche l'occhiolino ai nonnetti Kreator periodo "Pleasure To Kill", quelli più indiavolati per intenderci. Dietro pezzi quali la furiosa "Crowned In Torment" oppure le più articolata "Descending Life" e la stessa titletrack ci sono quattro musicisti che non concedono nulla alla tecnica fine a se stessa, ma che si concentrano maggiormente sulla velocità e sull'impatto sonoro, aiutati in questo sia da una buona precisione reciproca nell'esecuzione dei pezzi, sia da una produzione all'altezza di cotanta rabbia messa in campo. Ogni tanto i nostri adornano le loro composizioni con qualche passaggio di sapore più estremo, sconfinante quasi nel death, ma senza mai abbandonare la loro traiettoria stilistica sopradescritta. Forse sarebbe stato meglio cercare di diversificare ulteriormente le varie canzoni, specialmente quelle più violente, in quanto ogni tanto si rischia di confonderle le une con le altre, ma nel complesso "Flesh Made Sin" risulta una buona prova che, seppur destinata ad avere un pubblico di nicchia, non mancherà di togliere qualche soddisfazione ai fans più nostalgici del genere.