Gli ucraini
Hell:On quest'anno toccano il loro decimo anno di attività, celebrato qualche mese fa dalla raccolta "Decade of Hell", cui ora fanno seguire il loro quinto studio album, intitolandolo "Once upon a Chaos..."
Già, e il caos c'è stato davvero, dato che nell'occasione dal disordine sono scaturiti una manciata di brani monolitici e asfittici, ma nel loro complesso piuttosto innocui, in alcuni casi al limite del fastidioso, come nel caso di "Curse of Flesh" o "Obliteration".
I riferimenti sono sempre gli stessi, Slayer, Kreator, Exodus o Sepultura, analoga anche la maniera in cui li affrontano, andando a incrementare i ritmi e sconfinando ancor più che in passato nel Death Metal (dalle parti di Vader e Morbid Angel), con lo screaming frenetico e prossimo al parossismo di Olexandr Bayev in primo piano. Si fanno scoprire alla ricerca di qualcosa di diverso in occasione della conclusiva "I'm God", dove la prendono davvero alla larga, distendendosi su meditate atmosfere orientaleggianti prima di tornare alla
normalità. Tra una mazzata e l'altra, gli Hell:On un po’ a sorpresa, non si fanno mancare l'impiego di strumenti atipici come il sitar, lo scacciapensieri o lo shehnai (una via di mezzo tra il flauto e l'oboe), soluzioni che, tuttavia, appaiono un po' pretestuose.
Devo ammettere di essere piuttosto deluso da questa uscita, dato che sul precedente "Hunt" qualche motivo di interesse lo avevo pure intravisto, e non può essere certo la presenza di Andreas Kisser (chitarrista dei Sepultura) su "Salvation in Death" a farmi cambiare idea, e nemmeno andare a riascoltare "Self-Destruction", l'unica canzone a salvarsi dalla mediocrità.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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