A quindici anni dal debutto, gli
High on Fire sono più vitali che mai. Matt Pike e soci proseguono indefessi con il loro heavy torbido ed oscuro, capace di spaziare tra panzer metallici no-compromise (“The black plot", "Slave the hive”) e brani più articolati e vari, come la cadenzata “The falconist” e l’esplosività epicheggiante della bellissima “The cave”. Gli ingredienti ai quali la band ci ha abituato, sono tutti confermati: la voce aspra ed il chitarrismo turbinoso del leader, un basso duttile e roccioso, il drumming terremotante di Des Kensel (vedi la schizofrenica title-track) e le tematiche visionarie di Pike. Complotti governativi, rapimenti orditi da forze aliene e servizi segreti, il condizionamento di massa attraverso le nuove tecnologie, un immaginario tra realtà e sci-fi che rende ancora più gustosa questa proposta.
Con il loro nuovo album gli High on Fire si confermano una delle realtà più brillanti e stimolanti della scena underground heavy rock/metal.
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