Ok, adesso azzardo un paragone rischiosissimo. Pronti? Vado, eh.
E se i
The Great Discord fossero i nuovi 'vecchi' The Gathering? CALMA, CAAALMA, LASCIATEMI SPIEGAREEEEEEEEE.......
(due settimane di reclusione in un luogo oscuro dopo)
...stardi. Dicevo, gli svedesi hanno debuttato a giugno con un album, "
Duende", che conto di recuperare per voi quanto prima. Album sorprendente, in cui una sorta di prog-metal intelligente e mai virtuoso per onanismo musicale, si sposa con una voce che definire espressiva è dir poco, ossia quella di
Fia Kempe. Linee vocali assolutamente sbandate, ma sbandate
apposta, su un tappeto talvolta pesante ed intricato, talvolta etereo e rarefatto. La provocazione iniziale, grazie alla quale ho visitato le cantine della redazione per quattordici giorni, nasce proprio da quella sensazione, raramente provata di recente, di canzoni che siano in grado di 'sollevarmi' letteralmente, nel senso di avere la capacità di farmi sentire leggero, quasi fatto d'etere, come mi era capitato ai tempi di "
Mandylion". Ovvio che le proporzioni vanno fatte, inoltre la proposta dei TGD è genericamente più pesante e 'metal' di quella di Anneke e soci tanti anni fa, ma le suggestioni continuano a rimanere molto, molto simili.
Tutto questo per introdurvi al qui presente EP "
Echoes", uscito a distanza di pochi mesi dal debut album succitato. All'interno di "Echoes" troverete la versione per solo pianoforte e voce (brividi!) del primo singolo tratto da "Duende", ossia "
The Aging Man"; a seguire, due cover reinterpretate magistralmente, di altrettanti brani di Deftones e The Mars Volta. Per concludere, le radio edits di due brani già presenti nel debut.
Decisamente poco per esaltarsi, ma nel frattempo ho recuperato il debut e... che dire, vi consiglio CALDAMENTE di dargli un ascolto. Confuso e felice.
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