Diamo a
Cesare quel che è di
Cesare: l’unico, illustrissimo cattedratico di
black metal ellenico altri non è se non il nostro
Dopecity. Il quale, oltre a una cultura sesquipedale sul tema, vanta anche un certo numero di annetti sul groppone, il che gli ha permesso di seguire in diretta le epiche gesta dei prime movers
Rotting Christ,
Necromantia e
Varathron.
Il sottoscritto, invece, si sente maggiormente legato al
black greco più sperimentale, avanguardistico e “moderno” di realtà come
Aenaon,
Spectral Lore,
Transcending Bizarre? e
Hail Spirit Noir, ma credo ciò dipenda dal fatto che, al contrario di
Beppe, io sia ancora molto giovane.
Scherzi a parte, non ho imbarazzo alcuno nell’ammettere di aver iniziato ad apprezzare la band di
Ioannina solo da pochi anni, visto che il mio primo assaggio, avvenuto nel 2005 con
Crowsreign, non mi aveva lasciato in bocca un retrogusto particolarmente piacevole. Ci ha pensato l’ultimo, spettacolare
Untrodden Corridors of Hades a farmi innamorare definitivamente dei
Varathron, e a convincermi ad esplorare in modo approfondito la loro cospicua discografia.
Meno male: non sapevo cosa mi stavo perdendo!
Ad ennesima riprova dell’ottimo stato di salute di cui gode il gruppo, irrompe oggi sul mercato un bell’
EP, “
The Confessional of the Black Penitents” -che conferma altresì, come voi stessi potete constatare, la recente passione per titoli quasi wertműlleriani-. Oltre che bello (anche grazie al suggestivo artwork, opera, se non erro, del pittore simbolista
Carlos Schwabe) lo definirei corposo, visti gli oltre 40 minuti di musica presenti.
L’esperienza uditiva può idealmente venir frazionata in due sezioni indipendenti: da un lato abbiamo quattro brani registrati live lo scorso maggio in madrepatria; dall’altro possiamo gustare tre succulenti inediti.
Sovvertiamo la tracklist ed analizziamo dapprima le registrazioni dal vivo, affermando sin d’ora che è stato svolto un lavoro più che egregio.
I suoni sono ottimi, la resa strumentale efficace, la prestazione dei musicisti inattaccabile così come la scelta dei brani (una considerazione: a fianco di piccoli grandi classici quali “
Cassiopeia’s Ode” o “
Descent of a Prophetic Vision”, la più recente “
Kabalistic Invocation of Solomon” non sfigura affatto).
Personalmente nei live album non gradisco che il pubblico venga rimosso dal mixing, e da sempre al nitore esecutivo prediligo il coinvolgimento emotivo, ma parliamo di gusti -senza contare che, trattandosi di
black metal, è presumibile che l’apporto dei fans non fosse troppo fragoroso o sopra le righe-.
Bene così, insomma.
Passiamo tosti alla disamina dei tre pezzi nuovi di zecca, inaugurati dalla
title track, la quale, nonostante la durata da “canzone normale”, evidenzia uno sviluppo “da intro”: l’incedere atmosferico ed attendista che il cheto tappeto strumentale dipana viene scosso dall’interpretazione canora di un
Necroabyssious più in forma che mai.
Niente male, ma forse, trattandosi di un
EP, sarebbe stato preferibile partire con maggior sprint.
Nulla è perduto! Ci pensano le successive “
Sinister Recollections” e “
Utter Blackness” a sistemare le cose, mettendo in mostra tutte le qualità più fulgide della compagine ellenica: songwriting oltremodo ragionato, mai stagnante e mai votato alla velocità fine a se stessa, perfetto bilanciamento tra aggressione e melodia, grande abilità nel combinare partiture
black, stacchi
death e intrecci chitarristici di matrice
classic, tecnica superiore alla media del genere, il tutto donando alle composizioni il consueto feeling mistico e morboso al tempo stesso.
Inutile girarci intorno: ai
Varathron, al di là dei sacrosanti gusti di ognuno, va riconosciuto il pregio di aver saputo forgiare una propria identità, in grado di distinguerli in modo netto dalla caotica messe di band estreme sin troppo simili tra loro.
Il voto, pertanto, è da intendersi come meramente indicativo e non rappresentativo della effettiva qualità che i Nostri sono capaci di esprimere. In occasione del prossimo
full length, ne sono certo, il giudizio sarà ancor più entusiastico.
Nel frattempo, siete comunque pregati di supportare.