Lo Zio Acido pubblica il quarto album, ed è una summa di quanto fatto finora dalla formazione britannica. Ci sono i riffs ossianici, il profumo dei seventies, le melodie suadenti ed oblique, l’atmosfera da horror b-movie (sono estimatori di registi italiani come Bava e Fulci..), ma soprattutto c’è un doom rock di alto profilo, personale ed ammaliante.
“Waiting for blood” è sinistra, sottilmente maligna e ricca di solismi incandescenti;
“Pusher man”, cadenzata ed immaginifica, è la storia di un pappone e delle ragazze costrette a lavorare per lui;
“Melody lane” è un brano robusto, proto-metal, addolcito dalle linee vocali quasi Doors-iane e dall’immancabile afflato leggermente psichedelico;
“The night creeper” sembra una spirale doomeggiante, avvolge lentamente e sinuosamente in una danza oppiacea;
“Slow death” è un piccolo gioiello di eleganza criptica, dolce ed inesorabile come una morte lenta (appunto..), sul genere della famosa “Planet caravan” tanto per intenderci.
Queste le canzoni più notevoli di un lavoro che conferma gli
Uncle Acid ai vertici della scena neo-vintage, per qualità, originalità e spessore nel songwriting.
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