Disease - The Year of Radio Silence

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:47 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. RADIO SILENCE
  2. FLOODGATE
  3. SLEEPWALKING LIFE
  4. LEADING LIGHT
  5. DON'T YOU (FORGET ABOUT ME)
  6. FALLING SKIES

Line up

  • Flavio Tempesta: guitars, vocals
  • Marco Mastruzzi: guitars
  • Leonardo Orazi: bass

Voto medio utenti

Eclettici nel loro DNA, i romani Disease celebrano ben ventuno anni di attività con la pubblicazione, in forma auto prodotta, del loro nuovo album, "The Year of Radio Silence", che il gruppo mette a disposizione degli ascoltatori in free download sulla sua pagina Bandcamp augurando a chiunque ne abbia voglia un buon ascolto...
Sottolineato, come purtroppo mi capita sempre più spesso, che vedere album di questa qualità non essere supportati da nessuna casa discografica sia una cosa assurda, passo a descrivervi il contenuto di un lavoro, ancora una volta, difficile da delineare in senso unico.
Parlavo all'inizio di eclettismo, e credo sia questa parola la più adatta per inquadrare la proposta del terzetto: la loro musica, infatti, è certamente destinata ai più "open minded" tra di voi per il suo essere estrema ma assolutamente distante dai canoni dell'estremo.
I Disease ci offrono quello che possiamo definire progressive metal nella sua accezione più libera, una musica, cioè, che è in costante mutazione ed in grado di alternare momenti riflessivi di matrice opethiana ad altri dal vago sapore thrash, senza trascurare puntate in territori estremi (in particolare svedesi) che si mescolano con il metal "tradizionale" in modo fluido e non forzato.
La preparazione tecnica e l'esperienza dei musicisti li aiuta nello scrivere pezzi complessi e con pochi punti di riferimento, l'ispirazione li rende, invece, piacevoli da ascoltare e non meri esercizi di stile come, in casi come questi, sarebbe facile che accadesse, e tutto questo rende "The Year of Radio Silence" un album di certo contorto, ma oltremodo ben congegnato e fatto di ottimi brani.
Brani nei quali il gruppo si prende la libertà di amalgamare influenze diverse, come quelle a cui ho fatto riferimento, destrutturandole secondo la propria ottica ed incanalandole in un suono violento, quando è la componente estrema a venire fuori, e progressive, quando le costruzioni dei brani puntano in direzione della continua multiformità espressiva.
Quindi eclettismo, come sottolineavo all'inizio.
Del resto la cover di "Don't you (forget about me)", classico dei Simple Minds che lo stesso Jim Kerr ha apprezzato e condiviso sulla pagina del suo gruppo, non dovrebbe lasciare dubbi sulla particolarità e l'intelligenza di un act come quello dei Disease.
Come accaduto in occasione del precedente "The Stream of Disillusion", devo fare i complimenti ad un gruppo che meriterebbe ben altra visibilità.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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