Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:44 min.
Etichetta:Self-Released

Tracklist

  1. SUN
  2. THE FARTHEST STAR
  3. VOID
  4. INTO ORBIT
  5. LANIAKEA
  6. SATELLIT
  7. THE DEPARTURE
  8. DIRECTION
  9. THE ARRIVAL
  10. VAPOR TRAIL

Line up

  • Stef Exelmans: guitars
  • Bastiaan Jonniaux: drums
  • Leander Verheyen: guitars
  • Mathieu Rachmajda: bass

Voto medio utenti

Eccoci nuovamente davanti a una formazione che con il metal, oggettivamente, ha poco da spartire. Non è mia intenzione colpevolizzare la band (sono il primo ad ascoltare generi molto diversi tra loro) ma questo aspetto mette sicuramente ancora di più in difficoltà i nostri (pochissimi) neuroni obbligati a tradurre in un numero un lavoro che a volte porta via settimane, mesi o addirittura anni di concepimento (se volete commuovervi fate pure). Questi Atmospheres, di provenienza belga e dall’immagine/grafica molto curata, sono in circolazione ormai dal 2012 e hanno all’attivo già due dischi e una specie di singolo (un trascurabile rifacimento di “Another Brick In The Wall” dei Pink Floyd, chi ha orecchie per intendere…). Discretamente autoprodotti, i nostri sono artefici di un sound che accosterei più al grunge degli anni Novanta (penso alle atmosfere più progressive degli Smashing Pumpkins) e all’alternative “di frontiera” (Tool su tutti) piuttosto che al metal. Gli ingredienti sono bene o male sempre quelli e sono presto detti: riff ripetuti all’infinito, voce monocorde che non sfocia mai nell’urlo o nel growl, qualche interessante e sporadico fill di batteria, un po’ di effettistica/elettronica che avvolge il tutto. Considerando che il coefficiente di difficoltà aumenta se le frecce a disposizione nella mia faretra sono poche e contate, “The Departure” complessivamente può definirsi un disco riuscito: non è per tutti, la curva dell’attenzione cede in alcuni punti (penso alle tracce più corpose come “The Departure” o “The Arrival”) e qualche goccia che fa traboccare il vaso c’è (l’incomprensibile traccia “Vapor Trail”). Non mi esprimo sulle linee vocali non memorabili semplicemente perché questa musica non è fatta per avere linee vocali memorabili: il gioco è retto dalle atmosfere che si vengono a creare (azzarderei “dal sound design”) e dalle dinamiche per cui, in un certo senso, va bene così. Confido nella loro continuità per correggere le piccole ingenuità di cui sopra.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.