Tempo fa mi ero ripromesso di non scegliere più i dischi da recensire in base alla definizione che la casa discografica dava della band in questione, in quanto il 90% delle volte non corrispondeva minimamente a quanto in realtà proposto dal gruppo. Purtroppo sono caduto di nuovo in questo errore e ho chiesto in redazione se era possibile occuparsi dei
Tiebreaker, visto che, stando alla famosa didascalia della
Karisma Records doveva trattarsi di un gruppo “For fans of Led Zeppelin, Rival Sons, Deep Purple and Wolfmother”. Cosa di meglio per le mie orecchie, quindi?
Beh, sinceramente, non so cosa fumino gli addetti stampa della suddetta etichetta, visto che di questi gruppi non ce n’è minimamente traccia, specie di Deep Purple e Led Zeppelin. Il quintetto sarà anche la new sensation norvegese e spopolerà sicuramente a Bergen, sua città natale, ma vi assicuro che la sua proposta musicale non va oltre un rocketto scialbo e senza mordente. I brani non sono accattivanti, manca la cazzimma, come dicono ad Oxford, non c’è sudore, non c’è passione, è tutto troppo freddo e plasticoso, quasi sintetico, per poter realmente dare una scossa a un rocker che si rispetti.
È tutto troppo radiofonico, a partire dall’immagine dei nostri, per finire a quello che realmente conta, e cioè la musica. Non c’è un riff che ti colpisca realmente, i suoni sono delicati, le chitarre non sono carri armati pronti a spostarti dalla sedia, le melodie vocali sono banali e non arrivano a segno. Che poi tutto sommato “
We come from the mountains” sia un discreto dischetto rock ci sta, e forse è solo perché ha deluso le mie aspettative che l’ho giudicato così male, ma resta il fatto che è stato concepito per girare su MTV, non per scatenare le folle sotto un palco, è stato ideato per i giovanotti di oggi, che si accontentano veramente di poco e gridano subito al miracolo, non certo per vecchi rocker che di dischi di rock verace ne hanno consumati un’infinità.
Insomma, speravo davvero di aver trovato dei degni successori dei mostri sacri dei seventies, ma sono rimasto amaramente deluso. “
We come from the mountains” è un album che andrà a finire subito nel dimenticatoio e non lascerà nessuna traccia del suo passaggio nella scena rock mondiale…
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