Credo che il talento di una band si possa misurare anche dalla capacità di quest’ultima di riuscire a descrivere la propria proposta artistica con poche e semplici parole.
“Aggressive and Emotional”, tuonano quindi a più riprese i
Fallujah, centrando perfettamente il bersaglio. Gli americani non sono dei novellini: sono alla terza release ufficiale e sono collocabili nel filone tech/extreme prog metal inaugurato negli anni Novanta da gruppi come i Cynic e i Meshuggah e “maturato” più tardi con formazioni tra cui oggi spiccano gli Opeth o i Betweeen The Buried And Me. I punti di forza di
“Dreamless” sono presto detti: un artwork davvero immaginiifico, composizioni elaborate ma non prolisse, inserti tastieristici (nonostante la mancanza di un tastierista di ruolo) che una volta tanto non si ispirano ai Seventies di
Keith Emerson e
Jon Lord ma agli Eighties di Tangerine Dream e Vangelis (
“Blade Runner” docet), assoli ben scritti e curati che sanno di fusion (non a caso compare anche l’ex-Cynic
Tymon Kruidenier per un cameo), poche e mirate incursioni vocali pulite (ad opera dei guest
Katie Thompson, Tori Letzler e
Mike Semesky) per colorare e bilanciare il growl di
Alex Hofmann. La produzione, a cura dello storico collaboratore della band
Zack Ohren, alle mie orecchie suona un po’ troppo “carica”, ma qui siamo nel mondo del “soggettivo” che vorrei lasciar fuori da questa recensione: brani come
“The Void Alone”, “Scar Queen”,“Wind For Wings” o
“Lacuna” parlano da soli senza bisogno di aggrapparsi a inutili e fuorvianti alibi tecnici o tecnologici che dir si voglia. Vivamente consigliato ai fan delle band sopra citate interessati a fare un salto nel futuro.
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