Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2002
Durata:45 min.
Etichetta:Supernal Music

Tracklist

  1. TO THE THICKETS AND SWAMPS
  2. THE MOST ANCIENT ONES
  3. INMOST WINTER
  4. BLACK FOREST
  5. THE ELDERS
  6. DARKNESS
  7. THE NIGHT OF WINTER SOLSTICE
  8. THE CURSE

Line up

  • Thurios: vocals, guitars
  • Roman Saenko: vocals, guitars, bass
  • Khaoth: drum programming

Voto medio utenti

Gli Hate Forest sono una Black metal band ucraina formata nel 1995 a Kharkiv dal geniale artista Roman Saenko. Meglio conosciuto per il suo lavoro con i Drudkh, e comunque sia attivo in molteplici altri progetti come Blood of Kingu, Dark Ages, Rattenfänge o i più recenti Windswept.
Il poliedrico ucraino, il quale dura fatica a contenere le innumerevoli innervazioni della sua vena artistica – spaziando dal Black dai sentori folk più atmosferico, poetico e riflessivo dei Drudkh, al Death dei Rattenfänge, o al Dark Ambient/Dungeon Synth dei Dark Ages, fino alla devozione misantropica e iconoclasta all'antica fiamma nera perseguita nei Windswept –, con i suoi Hate Forest – suo primo progetto di rilievo antecedente perfino ai Drudkh – ci propone un sound crudo e aggressivo dai discreti contorni atmosferici con sporadici ricami Dark ambient.
Il primo album del gruppo, "The Most Ancient Ones", venne rilasciato nel 2002 – dopo una serie di demo ed EP – sotto l'egida dell'etichetta Supernal Music.

"The Most Ancient Ones" è probabilmente, insieme al seguente "Purity" (2003), il miglior lavoro di questa grande formazione e, per quanto mi riguarda, uno degli esempi di Black metal autentico, "tradizionale", più riuscito del secondo corso della seconda ondata.
Un vero e proprio distillato di odio veicolato sotto le tempeste gelide di tremolo monocorde, blast beats meccanici e disanimati su cui si impasta, come fosse soltanto un altro strumento, il growl tetro e inorganico di Saenko. Un growl tenebroso che parla le grammatiche della morte come raramente se ne sente in circolazione (soprattutto in ambito Black, essendo lo scream la sua voce di riferimento). Sono presenti anche fasi più lente e dal retrogusto Doom che, anziché alleggerire l'ascolto, fanno sì che ci si incagli in ogni dove: non vi è niente che scorra qui dentro, si tratta di una vera e propria prigione.
Non resta molto altro da argomentare su un disco simile, questa è materia adatta solo agli spiriti in grado di guardare diritto negli occhi il male.
Ogni elemento di "The Most Ancient Ones" è creato ad arte per instaurare una situazione emotiva angosciante, claustrofobica e alienante: la crudeltà del mondo umano che prende forma ed emerge dal magma oscuro di ciò che ci circonda, poiché è lì che alberga e prospera. Con tutto ciò, l'ucraino saggiamente amalgama il misticismo della mitologia slava, la cosmologia di Lovecraft e il nichilismo nietzschiano, con quel tocco di mistero che solo può rendere grande un'opera.

Qualunque cosa si trovi all'interno del debut degli Hate Forest è sacrificata sull'altare di un paesaggio monocromatico: Nero, senza alcuna possibilità di via di uscita. Nero, come la morte mentre in apparenza tutto ancora vive.
Se questo non è Black Metal

Recensione a cura di DiX88

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